La Parola unisce. 3ª Domenica del Tempo Ordinario (A)
L’unità dei cristiani non si basa su un accordo o un compromesso: ciò che unisce i credenti in una cosa sola è la Parola incarnata: Cristo e il Suo Vangelo.
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L’unità dei cristiani non si basa su un accordo o un compromesso: ciò che unisce i credenti in una cosa sola è la Parola incarnata: Cristo e il Suo Vangelo.
Davanti ai nostri «non è giusto», Gesù invita tutti a lasciar fare a Dio, a fidarsi di Lui, perché solo Lui sa come portare a compimento la Giustizia.
Cristo vuole gettare il fuoco del Suo Amore sulla nostra fede all’acqua di rose, tiepida e insipida. Ma attenti: il vero fuoco è Lui, non la nostra arroganza.
Gesù si manifesta come il Figlio amato e prediletto del Padre, e nel Suo rivelarsi svela anche la nostra natura e vocazione di figli amati da Dio
Gesù vuole aprire le orecchie del nostro cuore per ascoltare la Sua Parola, ma ci vuole anche insegnare a chiuderle alle cattiverie che ci inquinano il cuore
Quaranta giorni: cifra simbolica per indicare il tempo necessario della prova. Lasciamoci spingere anche noi dallo Spirito con Gesù nel deserto della Quaresima.
Da sempre l’acqua è un elemento imprescindibile per la vita dell’uomo, ma ora non basta più: Cristo è venuto con acqua e sangue, e lo Spirito lo testimonia.
Dio vuole che anche il titolo della nostra vita sia «Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio». Che lo sia, e che il contenuto vi corrisponda, dipende da noi.
È vero: «l’abito non fa il monaco», ma se cambiar d’abito vuol dire «rivestirsi di Cristo» allora cambiare abito è essenziale, e anche cambiare abitudini.
Il cristiano non può dire «non ce la faccio, sono fatto così»: renderebbe vana la Croce di Cristo e la Sua Grazia!