Io non sono degno, ma di’ soltanto una parola
Sembra pleonastico raccomandare di appuntare queste parole che ripetiamo spesso nella Liturgia, ma vanno scolpite nel cuore: «io non sono degno…»
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Sembra pleonastico raccomandare di appuntare queste parole che ripetiamo spesso nella Liturgia, ma vanno scolpite nel cuore: «io non sono degno…»
L’Apocalisse, la Rivelazione, è una lettera d’amore di Dio per noi, con la quale vuole farsi conoscere come Colui che per Amore ci ha dato la Sua vita.
Non si può accogliere la verità del Vangelo se non si vive la carità e l’accoglienza verso i fratelli, specialmente quelli che annunciano la Parola.
Il comandamento sempre antico e sempre nuovo non è una cosa da praticare una tantum, ma in continuazione: occorre rimanere nell’amore.
San Carlo è stato davvero un pastore esemplare che ha dato la vita per le pecore. Ma anche un esempio così illustre può guidare la nostra santità quotidiana.
Sono tanti i motivi che rendono prezioso il vangelo secondo Luca e la sua stessa persona: ringraziamo il Signore per il dono di questo testimone.
La circoncisione è il simbolo di una religiosità fatta di opere che sono l’osservanza sterile della Legge, ma è dal cuore che deve partire tutto.
La comunione ecclesiale è una concordia fondata sul dialogo, ma anche sulla verità e la franchezza, e si rende visibile nella carità verso i poveri.
Una bellissima pagina dell’autobiografica di santa Teresina di Lisieux ci fa capire come l’amore è il centro di ogni vocazione.
Le membra da amputare dal corpo della Chiesa sono gli atteggiamenti anti-inclusivi, che impediscono ai semplici di incontrare Cristo.