Comprendere la Parola di Dio è nutrirsene
Capire la Parola di Dio non è una questione intellettuale: significa farla entrare come “cibo” nel cuore perché dia forza all’azione, specialmente nella carità.
Contenuti che riguardano l’argomento “Comunità”
Capire la Parola di Dio non è una questione intellettuale: significa farla entrare come “cibo” nel cuore perché dia forza all’azione, specialmente nella carità.
La casa del Signore in rovina è il simbolo di una comunità sgretolata a causa dei nostri egoismi, che ci fanno inesorabilmente perdere il gusto della vita.
Oggi dobbiamo ricostruire il tempio che è la Chiesa di persone e non aver paura di sgravarci di tante strutture (anche chiese) che non rappresentano più nulla.
Se preghiamo solo per qualcuno e non per tutti (soprattutto chi ha le responsabilità più alte), non stiamo pregando veramente, non stiamo parlando con Dio.
In un mondo di individualisti, indifferenti e menefreghisti, il cristiano è chiamato a prendersi a cuore tutti: ogni fratello, a partire dai più lontani.
La fede – come e molto più dell’oro – ha bisogno di essere messa alla prova in vari modi, per rafforzarsi e sostenere il cammino dei battezzati.
Se preghi per te, pregherai soltanto per il tuo interesse. Se invece i singoli pregano per tutti, tutti pregano per i singoli e il vantaggio è maggiore.
Un cristiano non può applicare la regola del «vivi e lascia vivere», perché siamo tutti “interconnessi”. Dalla salvezza di uno solo dipende quella di tutti.
Non si può essere cristiani da soli. Non si può dire «Io credo» se non assieme ai nostri fratelli radunati nel Cenacolo per celebrare l’Eucaristia.
Dio non ci può dare la fede. Sta a noi ravvivare il dono: quel seme che Lui ha messo in noi col Battesimo