Il segno di Giona
Il segno di Giona non sono i tre giorni passati dal profeta nel ventre del pesce, ma l’infinita misericordia di Dio che avverte e perdona i peccatori.
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Il segno di Giona non sono i tre giorni passati dal profeta nel ventre del pesce, ma l’infinita misericordia di Dio che avverte e perdona i peccatori.
La regina del Sud viene da Saba per conoscere Salomone, ma alla fine loda e benedice l’origine e la fonte della sua sapienza: il Dio di Israele.
La conversione di Paolo, più che tornare indietro sui propri passi, è stata un andare avanti, verso la conoscenza del vero volto di Dio: quello di Cristo Gesù.
Se il tempo favorevole è adesso, procrastinare non ha solo l’effetto di farci perdere l’attimo, ma anche – purtroppo – di danneggiare il Regno di Dio.
È il cuore che deve cambiare, che deve convertirsi «prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore», perché è nel cuore che vuole nascere il Signore.
Per Dio non c’è niente di “più facile” che perdonarci. Siamo noi che gli rendiamo il compito difficile, a causa della poca fede e del nostro cuore indurito.
Viviamo come se il Vangelo non fosse mai stato annunciato, come se “il bello” dovesse ancora venire. Rileggiamolo col cuore, e diciamo «il bello inizia adesso!»
Non dobbiamo chiederci quando sarà la “la fine dei giorni”, ma creare le condizioni di pace necessarie perché il Regno dei cieli possa finalmente instaurarsi.
Ci sembra giusto arrabbiarci tanto con Dio quando non fa come diciamo noi? Chi crediamo di essere? Che diritti pensiamo di poter vantare sugli altri?
La conversione non è qualcosa che riguardi Dio (dato che Egli non può nemmeno concepire il male), ma il Suo ritirare le minacce è una scuola anche per noi.