
Non giudicate (gli altri)
Quando Gesù dice «Non giudicate» ci chiede di non condannare i nostri fratelli, ma il male che fanno, distinguendo sempre tra peccato e peccatore.
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Quando Gesù dice «Non giudicate» ci chiede di non condannare i nostri fratelli, ma il male che fanno, distinguendo sempre tra peccato e peccatore.
Dobbiamo scegliere chi ascoltare: i desideri della carne, i nostri istinti, che ci fanno morire, oppure lo Spirito che ci dona la vita di figli di Dio?
Gli apostoli e anziani di Gerusalemme non inviano solo uno scritto ad Antiochia, ma delle persone: segno di fraternità e comunione concreta.
Il riunirsi in assemblea, l’ascoltarsi reciprocamente e il dialogare schiettamente sono i passaggi fondamentali per la vita della Chiesa di tutti i tempi.
Abbiamo bisogno anche noi di sentirci chiedere dal Signore che cosa sono i discorsi che facciamo nelle nostre assemblee e riunioni varie.
Anche a noi Gesù domanda «perché piangi? Chi cerchi?». Dobbiamo imparare a dare un nome al nostro dolore perché Cristo lo possa risanare.
Distogliere gli occhi dal Cielo significa interrompere il contatto con Dio, ergendo noi stessi a metro di giudizio; alzarli al Cielo è affidarci a Lui.
Dio ci insegna che il sentirci trattati con disparità non deve generare in noi odio e invidia, ma il rispetto e la compassione per chi soffre come noi.
Se l’amicizia umana è tra i valori più alti della vita, l’amicizia nel Signore è ben più sublime: essa è dono di Dio, ed è fondata sul Suo Amore.
Si può trovare il «senso di Dio» e la Sua sapienza contemplando l’immensità delle Sue opere. Non sprechiamo questa grazia!