Sapienza o stoltezza?
La sapienza della Croce illumina le tenebre del dolore dal di dentro: Dio non spiega la sofferenza, ma la prende su di Sé, e così la annienta.
Contenuti che riguardano l’argomento “dolore”
La sapienza della Croce illumina le tenebre del dolore dal di dentro: Dio non spiega la sofferenza, ma la prende su di Sé, e così la annienta.
Dio chiede a Ezechiele di non fare il lutto per la morte della moglie per far riflettere il popolo sull’indifferenza che regna sovrana tra gli uomini.
Dio ci chiede “solo” di avere fede. E vi pare poco?! Avere fede è andare oltre ogni evidente certezza, oltre il dolore, oltre la morte. Come è possibile?
Dio non lascia soli e non abbandona mai i Suoi figli, per questo continua a ripeterci «non aver paura… io sono con te».
La Quaresima, che cominciamo con la celebrazione delle Ceneri, è un tempo adatto per la compassione, per re-imparare a piangere con chi piange.
Davvero saper patire e sopportare ogni sorta di prove è “perfetta letizia”? Sì, perché ci fa sperimentare l’aiuto e la vicinanza di Dio.
Il pianto straziante di Davide che grida «figlio mio! Fossi morto io invece di te» è la rappresentazione di quello che prova Dio per ciascuno di noi Suoi figli.
Impariamo anche noi a rifugiarci in Dio quando ci troviamo nell’amarezza a causa di tensioni, incomprensioni, e litigi: il Signore guarda alla nostra afflizione.
Sant’Agostino diceva che «chi canta prega due volte», ma io dico che chi piange davanti al Signore trafigge il Suo cuore compassionevole e lo “disarma”.
Dio che si è fatto uomo ci chiama farci vicini alla tristezza e alla sofferenza quotidiana dei nostri fratelli, prestandogli il nostro sguardo compassionevole.