C’è notte e notte. 4ª Domenica di Quaresima (B)
Se siamo come Giuda la notte resterà notte, ma se facciamo come Nicodemo, andando da Gesù, veniamo verso la luce: la nostra notte risplenderà della luce di Dio.
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Se siamo come Giuda la notte resterà notte, ma se facciamo come Nicodemo, andando da Gesù, veniamo verso la luce: la nostra notte risplenderà della luce di Dio.
Se vogliamo guarire dobbiamo ammettere di essere malati, chiedere aiuto e inginocchiarci davanti al Signore. E accettare di vivere il tempo della convalescenza.
In Gesù il Regno di Dio si fa vicino non solo a parole ma anche nei gesti. In Lui anche la malattia diventa “luogo” della Sua presenza e della Sua misericordia.
Quando sembra che Dio non ci ascolti o rifiuti le nostre domande, in realtà ci sta invitando a “distillare” la nostra fede e sfrondarla da ciò che non è sincero.
Gesù ha dedicato tutta la sua predicazione a descrivere il regno dei cieli, per far nascere nel cuore dell’uomo il desiderio di questo regno. A noi interessa?
«Ecco»: Guarda la Croce, ma non con occhi scettici, che credono di capire già tutto. Occorre stare sotto la Croce con Maria, contemplandola coi suoi occhi.
Se ascoltiamo attentamente la Passione di Cristo e ne diventiamo attori, scopriamo essere noi quelli che scappano: Lui rimane al suo posto, fino alla fine.
Il nostro sonno e quello di Gesù sono proprio diversi. Noi dormiamo per dimenticare le nostre responsabilità… Lui dorme per scendere agli inferi e salvarci.
Questo momento doloroso mette in quarantena anche la libertà di riunirsi a celebrare i grandi momenti della fede cristiana: chiediamo al Signore di non isolarci
Tutti abbiamo cicatrici di vecchi graffi dolorosi: alcune causate dai nostri peccati, altre lasciate da Dio che ci ha afferrato con forza per non farci cadere