Zero titoli. 31ª Domenica del Tempo Ordinario (A)
L’autorità nella Chiesa si esprime nel servizio, non nel cercare titoli onorifici o riconoscimenti. Dobbiamo ambire solo al titolo che ci dà Dio: “figlio mio”.
Contenuti che riguardano l’argomento “egoismo”
L’autorità nella Chiesa si esprime nel servizio, non nel cercare titoli onorifici o riconoscimenti. Dobbiamo ambire solo al titolo che ci dà Dio: “figlio mio”.
Ci sembra giusto arrabbiarci tanto con Dio quando non fa come diciamo noi? Chi crediamo di essere? Che diritti pensiamo di poter vantare sugli altri?
Siamo noi quelli che stanno maltrattando la vita, l’uomo e l’intero Creato come fossimo padroni del mondo: è inutile che ce la prendiamo con qualcun altro.
La casa del Signore in rovina è il simbolo di una comunità sgretolata a causa dei nostri egoismi, che ci fanno inesorabilmente perdere il gusto della vita.
Il detto «volere è potere» è quanto mai vero: solo se vogliamo guarire dal peccato l’Amore di Dio può agire in noi, altrimenti pure Lui ha le mani legate.
Se non piove è siccità; se piove troppo è alluvione… ma invece di fare ognuno qualcosa di concreto – seppure piccolo – si perde tempo a cercare i “colpevoli”.
La ricchezza non è buona o cattiva in sé: dipende dall’uso che se ne fa. Siamo invitati a diventare buoni economi, che usano le ricchezze per fare giustizia.
«Non dire: “Sono giovane”» è un rimprovero per ciascuno di noi: di considerare la nostra storia contando solo sulle nostre forze, e mai sulla grazia di Dio.
Il Battista sa e accetta di non essere altro se non «voce di uno che grida»: si annienta davanti alla Parola di cui è profeta, e questo lo rende ciò che è.
La preghiera autentica è un dialogo, non un monologo. Occorre una nuova rivoluzione copernicana: rimettere Dio al centro