Non è più la cena del Signore!
Celebrare la cena del Signore in chiesa e poi uscire fuori a mostrare divisione e mancanza di carità per i poveri è il più grande scandalo.
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Celebrare la cena del Signore in chiesa e poi uscire fuori a mostrare divisione e mancanza di carità per i poveri è il più grande scandalo.
Quasi ci supplica il Signore: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato». Accogliamo l’invito! Ne va della nostra vita!
Cristiani, smettiamola di chiedere a Dio cose stupide e inutili! Chiediamogli con fede ciò che solo Lui ci può dare: la vita eterna!
Gesù ci promette che se andiamo a Lui e crediamo in Lui non avremo mai più fame né sete. Siamo pronti per questo slancio verso l’Eternità?
Da dove prendere tutto ciò che serve per sfamare i bisogni dell’umanità? Non ce la fa l’uomo da solo, ma nemmeno Dio vuole farlo senza di noi.
Immaginate la trasformazione del cuore di Tommaso nel momento in cui ha incontrato personalmente il Risorto? Dalla tristezza alla gioia!
Gesù stabilisce nel Suo sangue un’alleanza nuova, che non verrà mai distrutta, perché è basata sulla Sua fedeltà, che supplisce anche alla nostra.
Perché le nostre celebrazioni siano sincere e gioiose, devono continuare nella vita di tutti i giorni, portando fuori la comunione celebrata nella Liturgia.
L’umanità non ha fame solo di cibo, ma soprattutto di giustizia, consolazione, solidarietà. In una parola: ha fame di Dio. E Dio chiede a noi di farcene carico.
Oggi alla Messa bisognerebbe dire «Beati gli invitati che non rifiutano l’invito alla Cena dell’Agnello». Ma spesso è la Chiesa che ha generato questo rifiuto.