Ecco il mio servo. Lunedì Santo
Dicendoci «Ecco il mio servo», Dio ci chiede di puntare lo sguardo e non distoglierlo un solo istante dal Suo Figlio, l’Amore Crocifisso.
Contenuti che riguardano l’argomento “Figlio di Dio”
Dicendoci «Ecco il mio servo», Dio ci chiede di puntare lo sguardo e non distoglierlo un solo istante dal Suo Figlio, l’Amore Crocifisso.
Quante volte Dio ci lascia fare, anche quando scegliamo strade sbagliate e facciamo il male… perché è capace di scrivere dritto sulle nostre righe storte.
«O voi tutti assetati, venite all’acqua»: così Isaia sembra ricordarci che il Battesimo ci ha spalancato la porta del cuore di Dio, da cui sgorga il Suo Amore.
Essere generati da Dio non ci garantisce di non peccare, ma ci dà la possibilità di ascoltare la Sua Parola seminata in noi e lasciarla crescere ogni giorno.
L’autorità nella Chiesa si esprime nel servizio, non nel cercare titoli onorifici o riconoscimenti. Dobbiamo ambire solo al titolo che ci dà Dio: “figlio mio”.
Se essere incoerenti significa saper ammettere di aver sbagliato, saper ritornare sui propri passi, sapersi pentire… beh: è melgio essere incoerenti, no?
Attraverso l’itinerario quaresimale siamo chiamati a fugare il dubbio di non essere davvero figli di Dio facendo esperienza del Suo Amore che ci precede sempre
Per il cristiano “partorire” di Dio significa dagli un corpo, ascoltando fattivamente la Sua Parola e mettendola in pratica, come fece Maria
Se siamo come Giuda la notte resterà notte, ma se facciamo come Nicodemo, andando da Gesù, veniamo verso la luce: la nostra notte risplenderà della luce di Dio.
Nell’Incarnazione Dio ha deciso di venire a stare da noi, di fermarsi. Non è l’ospite di passaggio, di un giorno. È «Dio con noi» per sempre. Ci piace l’idea?