«È tuo» – «No, è tuo!». 24ª Domenica del Tempo Ordinario (C)
Quante volte ci capita di allungare in avanti le braccia in segno di rifiuto e di dire «è un problema tuo»? Ma Dio vuole che sentiamo i fratelli come nostri.
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Quante volte ci capita di allungare in avanti le braccia in segno di rifiuto e di dire «è un problema tuo»? Ma Dio vuole che sentiamo i fratelli come nostri.
Per mettere ordine nella propria vita occorre darsi una “Regola” che ci aiuti a non disperdere forze ed energie. È questa l’eredità preziosa di san Benedetto.
Dio non pretende il nostro pentimento: gli basta solo la nostra disponibilità a lasciarci amare. Se gli diremo di sì, per Lui sarà già motivo di far festa
Non è un’imposizione quella di amare i nemici, ma una supplica accorata del nostro Padre Celeste, che ci chiede di assomigliargli nel suo essere misericordioso
Gesù si manifesta come il Figlio amato e prediletto del Padre, e nel Suo rivelarsi svela anche la nostra natura e vocazione di figli amati da Dio
Dio ci ha predestinati da sempre ad essere immacolati, ma non ha abrogato la nostra libertà: per compiere il Suo disegno d’Amore Egli attende il nostro «sì»
Dio non si è accontentato di “presentarci” la Sua famiglia: ce ne ha fatto direttamente partecipi, adottandoci come Suoi figli!
Nell’Incarnazione Dio ha deciso di venire a stare da noi, di fermarsi. Non è l’ospite di passaggio, di un giorno. È «Dio con noi» per sempre. Ci piace l’idea?
Pregare sempre non significa stancare Dio a forza di parole, ma rimanere sempre in contatto con Lui
Bisogna diventare padri (o madri) per “entrare” nel cuore di Dio e capire cosa Lo spinge ad amarci così, senza misura