Se non è per tutti non è preghiera
Se preghiamo solo per qualcuno e non per tutti (soprattutto chi ha le responsabilità più alte), non stiamo pregando veramente, non stiamo parlando con Dio.
Contenuti che riguardano l’argomento “fraternità”
Se preghiamo solo per qualcuno e non per tutti (soprattutto chi ha le responsabilità più alte), non stiamo pregando veramente, non stiamo parlando con Dio.
In un mondo di individualisti, indifferenti e menefreghisti, il cristiano è chiamato a prendersi a cuore tutti: ogni fratello, a partire dai più lontani.
Questa memoria liturgica ci fa festeggiare l’amicizia più sincera. L’affetto di Gesù per i tre fratelli di Betania sia un modello anche per le nostre amicizie.
Giuseppe non fa come se nulla fosse accaduto: aiuta i suoi fratelli a riconoscere il male compiuto, ma anche a rileggere la vicenda dal punto di vista di Dio.
Le avversità della vita sono un’occasione per riconoscere sinceramente le nostre colpe, anche se non sono direttamente legate ad esse. Non perdiamo l’occasione.
È falso che preghiamo il Padre Nostro se non siamo capaci di riconoscere tutti gli uomini come nostri fratelli (e talvolta nemmeno i nostri fratelli di sangue!)
La generosità non è frutto del nostro impegno ma una grazia di Dio: tutto abbiamo ricevuto gratuitamente da Lui e per essere Suoi figli dobbiamo essere generosi
Il digiuno non è rinuncia fine a se stessa, ma un atteggiamento di profonda solidarietà e vicinanza a chi – a causa della cattiveria umana – è privato di tutto
Tommaso è il nostro gemello, la “fotocopia” della nostra fede zoppicante, del nostro bisogno di fare sempre esperienza del Risorto, di toccare il Suo Amore
Un cristiano non può applicare la regola del «vivi e lascia vivere», perché siamo tutti “interconnessi”. Dalla salvezza di uno solo dipende quella di tutti.