Il prete, uomo dell’intercessione
L’intercessione è la forma più bella di preghiera, perché non solo si fa mediatrice di salvezza, ma è disposta a pagare a favore del bene dei fratelli.
Contenuti che riguardano San Giovanni XXIII, conosciuto anche come “il Papa buono”
L’intercessione è la forma più bella di preghiera, perché non solo si fa mediatrice di salvezza, ma è disposta a pagare a favore del bene dei fratelli.
Il prete è chiamato al servizio perché Cristo, il Maestro e il Signore, si è fatto servo. Se non serve la Chiesa, il prete non serve a niente!
L’insegnamento di Giovanni XXIII nella scelta del proprio nome ci invita a sentirci chiamati in causa personalmente di fronte ai nostri Patroni.
Nella memoria di san Filippo Neri, condivido una pagina e una preghiera di san Giovanni XXIII, anche lui devoto al santo dell’Oratorio.
La persecuzione violenta scoppiata contro la Chiesa ha disperso i discepoli; però lo Spirito ha fatto sì che divenissero nuovi semi del Vangelo.
Pace e giustizia vanno “a braccetto”: non ci potrà essere pace senza ripristinare la giustizia. La giustizia, però, non si fa con la violenza, ma nella verità.
Paolo usa l’immagine forte della schiavitù nei confronti della giustizia: è un’iperbole per descrivere l’obbedienza totale alla legge dell’Amore di Dio.
Invochiamo Papa Giovanni, che davvero è stato “Pontefice”, ovvero “costruttore di ponti” di pace, di essere anche noi veri e instancabili artigiani di pace.
A san Marco evangelista era molto affezionato anche Papa Giovanni XXIII che – da poco patriarca di Venezia – avrebbe voluto riposare accanto alla sua tomba.
Alzare lo sguardo verso Gesù crocifisso è l’unica cura al nostro animo sempre pronto a mormorare e criticare. Davanti al Suo Amore infinito siamo tutti uguali.