Dio non è un talismano
I “cristiani” di oggi misurano la propria religiosità attaccandosi a qualche amuleto o talismano che sono solo simboli vuoti di una fede assente nell’intimo.
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I “cristiani” di oggi misurano la propria religiosità attaccandosi a qualche amuleto o talismano che sono solo simboli vuoti di una fede assente nell’intimo.
Se ci diciamo cristiani non possiamo tacere! Siamo bugiardi ogni volta che, di fronte alle tragedie e alle ingiustizie del mondo, diciamo «cosa ci posso fare?».
Per il cristiano non preoccuparsi di come difendersi dal male, non è solo una scelta di non violenza, ma anche un atteggiamento di abbandono fiducioso in Dio.
Cristo è venuto nel mondo come principio e iniziatore della pace, ma perché questa si instauri, noi dobbiamo andargli dietro e diventarne instancabili artigiani
È il cuore che deve cambiare, che deve convertirsi «prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore», perché è nel cuore che vuole nascere il Signore.
Davanti alle tragedie un cristiano non può essere indifferente o partigiano, dividere il mondo tra “noi” e gli “altri”, perché «siamo membra gli uni degli altri».
Noi cristiani dovremmo essere “angeli di pace”, evangelizzatori, ma spesso siamo “diavoli”, megafoni e moltiplicatori di ogni divisione, cattiveria e malvagità.
Gli «stanchi e oppressi» che Gesù chiama a sé per dare loro ristoro sono gli artigiani di pace, che credono e sognano ancora un mondo senza armi e senza guerra.
Quando tutti i prepotenti si saranno distrutti a vicenda, chi resterà ad abitare la terra? I miti, «un popolo umile e povero» che confida nel Signore.
L’Avvento ci indica il timore di Dio come l’atteggiamento, la strada per costruire una pace vera e duratura, che consentirà l’instaurarsi del Regno dei cieli.