Preghiera e coscienza di sé. Battesimo del Signore (C)
È nella preghiera instancabile che Gesù entra in quel rapporto così intimo e profondo con Dio che gli dà la conferma definitiva di essere Suo Figlio.
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È nella preghiera instancabile che Gesù entra in quel rapporto così intimo e profondo con Dio che gli dà la conferma definitiva di essere Suo Figlio.
Anche noi siamo chiamati a proclamare «Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente!», ma soprattutto a desiderare l’incontro con Lui.
Oggi il Signore ci vuole educare non solo a donare con generosità totale, ma anche, e soprattutto, a farlo col cuore libero e gioioso.
La cultura dello scarto mette in disparte gli ultimi; il Figlio di Dio, invece, li prende in disparte per entrare in comunione profonda con loro.
Dio ci dona un cuore nuovo e uno spirito nuovo per amore del Suo nome, perché il nome di Dio è misericordia, e non può far altro che amarci.
Spesso i proverbi della “saggezza” popolare denotano una visione distorta di Dio: oltre al cuore dobbiamo convertire i nostri modi di dire.
L’incontro di Elia col Signore sull’Oreb è un’occasione di discernimento e purificazione delle proprie convinzioni: su Dio, su di sé e sugli altri.
Solo Dio può rispondere alle grandi domande di senso della nostra vita. Smettiamola di cercare risposte da cose o idoli che non ci possono salvare!
La Confessione non è un tribunale di condanna, ma di misericordia! Il confessore, come medico, deve guarire e come giudice deve assolvere.
Perché la nostra coscienza si convinca della grandezza della misericordia di Dio dobbiamo ripeterci spesso: «Dio è più grande del nostro peccato!»