Ecco l’agnello di Dio! 2ª Domenica del Tempo Ordinario (A)
Non basta sapere che Gesù è l’agnello di Dio, ma occorre farci “agnelli”, discepoli e seguaci di questo agnello, dicendo anche noi al Signore: «Ecco, io vengo».
Contenuti che riguardano l’argomento “Incarnazione”
Non basta sapere che Gesù è l’agnello di Dio, ma occorre farci “agnelli”, discepoli e seguaci di questo agnello, dicendo anche noi al Signore: «Ecco, io vengo».
L’Epifania è una luce che illumina il mistero dell’Incarnazione: rivela chi è Dio per noi e chi siamo noi per Lui. E ci invita a rivestirci della stessa luce.
Il sacrificio di Stefano, che dona il suo corpo e tutto se stesso per testimoniare Cristo, ci illustra il senso e il significato profondo dell’Incarnazione.
Il vangelo non è un libro come gli altri, un’enciclopedia che invecchia: è Cristo, Verbo di Dio fatto carne! Per questo non può cambiare né essere “aggiornato”
Per il cristiano “partorire” di Dio significa dagli un corpo, ascoltando fattivamente la Sua Parola e mettendola in pratica, come fece Maria
La luce che buca le tenebre del nostro cuore è la notizia gioiosa che Dio si è fatto uomo e nostro figlio, per farci tornare nuovamente ad essere Suoi figli
Nell’Incarnazione Dio ha deciso di venire a stare da noi, di fermarsi. Non è l’ospite di passaggio, di un giorno. È «Dio con noi» per sempre. Ci piace l’idea?
Come si è districato tra le 42 generazioni da Abramo in poi, credo che Nostro Signore non abbia problemi a “sbucare” nemmeno in mezzo alla “Generazione Covid”.
Sentir parlare di carne e sangue lascia interdetti anche noi, come la gente del tempo di Gesù, ma andando in profondità scopriamo la fonte della nostra vita.
Dio si è immerso totalmente nella nostra umanità perché noi potessimo spogliarci dell’uomo vecchio e rivestirci del nuovo a immagine di Dio che ci ha creati