Accogliere il Vangelo, e chi ce lo annuncia
Non si può accogliere la verità del Vangelo se non si vive la carità e l’accoglienza verso i fratelli, specialmente quelli che annunciano la Parola.
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Non si può accogliere la verità del Vangelo se non si vive la carità e l’accoglienza verso i fratelli, specialmente quelli che annunciano la Parola.
Il comandamento sempre antico e sempre nuovo non è una cosa da praticare una tantum, ma in continuazione: occorre rimanere nell’amore.
Quasi ci supplica il Signore: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato». Accogliamo l’invito! Ne va della nostra vita!
«Figlio dell’uomo, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». L’invito di Dio non è solo a Ezechiele, ma a ciascuno di noi.
La benevolenza di Dio si manifesta nel Suo non sottrarsi mai del tutto di fronte al rifiuto dell’uomo, ma farsi, invece, ulteriormente piccolo.
Non smettiamo di avere in noi gli stessi sentimenti di Cristo, di provare compassione per tutti quelli che vivono senza sapere perché o per chi.
Cristo rimane fedele per sempre, perché è il fedele per antonomasia, la fedeltà in persona. Se anche noi ci fidiamo di Lui saremo salvi.
Gesù stabilisce nel Suo sangue un’alleanza nuova, che non verrà mai distrutta, perché è basata sulla Sua fedeltà, che supplisce anche alla nostra.
Se si rinchiude Cristo in un tabernacolo, si rischia veramente di relegarlo lassù, lontano dal mondo, di rendere del tutto inutile la Sua Incarnazione.
Grazie al cielo abbiamo un Dio che si lascia toccare, ma noi “cristiani moderni” siamo tentati di andare in cerca di un Dio nascosto e misterioso.