Guardare ma non toccare
Grazie al cielo abbiamo un Dio che si lascia toccare, ma noi “cristiani moderni” siamo tentati di andare in cerca di un Dio nascosto e misterioso.
Contenuti che riguardano l’argomento “Incarnazione”
Grazie al cielo abbiamo un Dio che si lascia toccare, ma noi “cristiani moderni” siamo tentati di andare in cerca di un Dio nascosto e misterioso.
Quella di Gesù, Maria e Giuseppe che si sottopongono a un rito che non erano tenuti ad osservare è una grande lezione di umiltà per tutti noi.
Un Gesù solo uomo non ci serve a nulla: noi abbiamo assoluto bisogno di Gesù vero Dio e vero uomo che può toglierci il peso dei peccati e salvarci dalla morte!
Otto giorni come fosse un giorno solo: l’ottavo è il giorno senza tramonto, che sfocia nell’Eternità, la «pienezza del tempo» in cui Dio ci è venuto incontro.
Siamo sempre alla ricerca dell’uomo forte, ma Dio ha scelto di venirci incontro nella debolezza, come un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia.
Non basta sapere che Gesù è l’agnello di Dio, ma occorre farci “agnelli”, discepoli e seguaci di questo agnello, dicendo anche noi al Signore: «Ecco, io vengo».
L’Epifania è una luce che illumina il mistero dell’Incarnazione: rivela chi è Dio per noi e chi siamo noi per Lui. E ci invita a rivestirci della stessa luce.
Il sacrificio di Stefano, che dona il suo corpo e tutto se stesso per testimoniare Cristo, ci illustra il senso e il significato profondo dell’Incarnazione.
Il vangelo non è un libro come gli altri, un’enciclopedia che invecchia: è Cristo, Verbo di Dio fatto carne! Per questo non può cambiare né essere “aggiornato”
Per il cristiano “partorire” di Dio significa dagli un corpo, ascoltando fattivamente la Sua Parola e mettendola in pratica, come fece Maria