L’autorità logora. 4ª Domenica del Tempo Ordinario (B)
Che rapporto abbiamo con l’autorità? Ci infastidisce? Ci fa imbestialire, ingelosire? Ci attira? E con l’autorità della Parola di Dio? E quella del Magistero?
Contenuti che riguardano l’argomento “indifferenza”
Che rapporto abbiamo con l’autorità? Ci infastidisce? Ci fa imbestialire, ingelosire? Ci attira? E con l’autorità della Parola di Dio? E quella del Magistero?
Amare non a parole ma con i fatti e nella verità significa anzitutto uscire dalla nostra indifferenza che ci rende insensibili e distratti verso i fratelli.
Quando ci presenteremo davanti all’Onnipotente, non ci chiederà conto di quante preghiere avremo detto, ma se avremo saputo riconoscerlo nei poveri.
Davanti alle tragedie un cristiano non può essere indifferente o partigiano, dividere il mondo tra “noi” e gli “altri”, perché «siamo membra gli uni degli altri».
Scappare lontano dal Signore ci colloca lontano dai fratelli e viceversa. Abbiamo molto da imparare dalla parabola di Giona e da quella del Buon Samaritano.
C’è una curiosità morbosa e maliziosa (quella del farci gli affari degli altri), ma ce n’è anche una “santa”: quella di voler conoscere il Signore come Zaccheo.
L’indifferenza (che è l’opposto della compassione) è il vero male del mondo: scava un abisso tra le persone e le condanna all’Inferno già su questa terra.
Se vogliamo re-imparare ad amare, dobbiamo andare a scuola dai bambini, che nel loro cuore “elastico” hanno spazio per tutti e non gettano via nessuno
Un cristiano non può applicare la regola del «vivi e lascia vivere», perché siamo tutti “interconnessi”. Dalla salvezza di uno solo dipende quella di tutti.