Ma tu non fare il lutto
Dio chiede a Ezechiele di non fare il lutto per la morte della moglie per far riflettere il popolo sull’indifferenza che regna sovrana tra gli uomini.
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Dio chiede a Ezechiele di non fare il lutto per la morte della moglie per far riflettere il popolo sull’indifferenza che regna sovrana tra gli uomini.
Non smettiamo di avere in noi gli stessi sentimenti di Cristo, di provare compassione per tutti quelli che vivono senza sapere perché o per chi.
Davanti ai racconti di deportazione, sopraffazione e violenza, non possiamo che cantare il dolore, provando compassione per gli innocenti e farci loro voce.
Il rimprovero profetico di Giacomo non è rivolto solo ai ricchi di denaro, ma a chi resta indifferente e non fa nulla per combattere le ingiustizie.
Che rapporto abbiamo con l’autorità? Ci infastidisce? Ci fa imbestialire, ingelosire? Ci attira? E con l’autorità della Parola di Dio? E quella del Magistero?
Amare non a parole ma con i fatti e nella verità significa anzitutto uscire dalla nostra indifferenza che ci rende insensibili e distratti verso i fratelli.
Quando ci presenteremo davanti all’Onnipotente, non ci chiederà conto di quante preghiere avremo detto, ma se avremo saputo riconoscerlo nei poveri.
Davanti alle tragedie un cristiano non può essere indifferente o partigiano, dividere il mondo tra “noi” e gli “altri”, perché «siamo membra gli uni degli altri».
Scappare lontano dal Signore ci colloca lontano dai fratelli e viceversa. Abbiamo molto da imparare dalla parabola di Giona e da quella del Buon Samaritano.
C’è una curiosità morbosa e maliziosa (quella del farci gli affari degli altri), ma ce n’è anche una “santa”: quella di voler conoscere il Signore come Zaccheo.