«Se… allora». Sabato dopo le Ceneri
Dio ci mette di fronte il bene e il male e ci fa il grande dono-compito della libertà. Tutto è racchiuso in un «se»: sta a noi scegliere.
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Dio ci mette di fronte il bene e il male e ci fa il grande dono-compito della libertà. Tutto è racchiuso in un «se»: sta a noi scegliere.
Scegliere la vita passa necessariamente attraverso la Croce: l’accettare di lasciar morire in noi ciò che porta alla morte, a partire dal nostro “io”.
Dio non ci tenta, mai! Tutt’al più, permette che siamo tentati, ma sempre standoci accanto nel momento della prova e della tentazione.
Se vogliamo aprirci alla novità dell’opera di Dio dobbiamo far di tutto per scacciare la nostalgia del passato, delle vecchie abitudini e delle nostre sicurezze.
L’uomo crede di «fare la storia», ma è Dio a prenderlo per mano e condurlo passo passo al compimento dei Suoi disegni. Certo, occorre essere docili con Lui.
Quante volte Dio ci lascia fare, anche quando scegliamo strade sbagliate e facciamo il male… perché è capace di scrivere dritto sulle nostre righe storte.
«O voi tutti assetati, venite all’acqua»: così Isaia sembra ricordarci che il Battesimo ci ha spalancato la porta del cuore di Dio, da cui sgorga il Suo Amore.
Per rimanere uniti al Padre e al Figlio occorre che noi permettiamo a Dio di rimanere in noi, che lo accogliamo e gli facciamo spazio ogni giorno dentro di noi.
Anche il Signore, come le mamme coi figli che combinano guai, continua a ripeterci «Se mi avessi ascoltato…». Impariamo che le Sue parole sono il nostro bene.
Paolo usa l’immagine forte della schiavitù nei confronti della giustizia: è un’iperbole per descrivere l’obbedienza totale alla legge dell’Amore di Dio.