Non l’hanno «portato via». Martedì fra l’Ottava di Pasqua
Gesù, non l’hanno «portato via», ma se n’è andato Lui, libero «dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere» (At 2,24).
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Gesù, non l’hanno «portato via», ma se n’è andato Lui, libero «dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere» (At 2,24).
Obbedienza è ascoltare il Signore fino in fondo, anche quando le conseguenze possono far pensar male di Lui. È fidarsi ciecamente di Dio, a costo della vita.
La tentazione più grande non è quella che il male esercita su di noi, ma quella che noi tendiamo a Dio, mettendo continuamente alla prova il Suo Amore per noi.
È vero che «con i “se” e con i “ma” la storia non si fa», ma quelli di Gesù sono fondamentali per capire il senso della storia e fare chiarezza nel nostro cuore.
La nostra vita non dipende da ciò che possediamo, ma se non impariamo a mollare la presa e tratteniamo avidamente le cose, saranno loro a toglierci la vita!
Al contrario di quanto dice l’antico proverbio – nella realtà «Dio propone… e l’uomo dispone». Il condizionale davanti ai Suoi comandi è la regola, purtroppo.
Quando c’è di mezzo la libertà dell’uomo salta ogni rapporto di causa-effetto, e la fede non è così scontata. L’unico che rimane sempre fedele è Dio.
Dio ci ha predestinati da sempre ad essere immacolati, ma non ha abrogato la nostra libertà: per compiere il Suo disegno d’Amore Egli attende il nostro «sì»
Non si può aspettare di capire tutto: bisogna decidere di credere. Solo allora si trova il senso delle cose, di sé, degli altri, di Dio
Vogliamo essere liberi, indipendenti, ma non ci rendiamo conto che l’unico modo per esserlo è dipendere da Cristo e rimanere attaccati a Lui