
La terza volta. 3ª Domenica di Pasqua (C)
Come Pietro, il caparbio pescatore galileo, tutta la Chiesa, soprattutto il futuro Papa, deve passare per il dolore della “terza volta”, fidandosi solo di Gesù.
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Come Pietro, il caparbio pescatore galileo, tutta la Chiesa, soprattutto il futuro Papa, deve passare per il dolore della “terza volta”, fidandosi solo di Gesù.
Dio ha infinita pazienza verso di noi e non spegne la nostra speranza. Perciò non facciamolo noi! Lasciamoci incoraggiare dalla Sua Parola.
Sulla croce Gesù porta a compimento il Suo ministero: rivelare e rendere definitivamente efficace la misericordia infinita di Dio Padre.
Gesù invita l’adultera a guardare davanti a sé, a non farsi bloccare dal suo passato di peccatrice. La misericordia di Dio ci rinnova e rimette in cammino.
Spesso anche noi, come gli esuli sfiduciati di Sion, diciamo «Il Signore mi ha dimenticato». Ma Dio non si dimenticherà mai di noi! Segniamocelo!
Se nel nostro cuore c’è la mormorazione dei farisei o l’indignazione del fratello maggiore, stiamo vivendo una vita da servi, non da figli di Dio.
Le pagine delle Scrittura oggi ci invitano a convertirci da uno sguardo morboso sul mondo e sulla storia alla compassione amorevole di Dio.
Non potremo essere misericordiosi come il Padre se prima non avremo sperimentato la Sua misericordia su di noi, riconoscendoci miseri peccatori.
Prima di ogni altra cosa c’è un passo fondamentale da compiere in questa Quaresima: riconoscere che siamo peccatori, lasciarci salvare da Cristo.
Il cammino di conversione è tornare in noi stessi e ritornare da dove siamo venuti: la casa del Padre. Forza! Intraprendiamolo subito!