Noi non possiamo tacere. Sabato fra l’Ottava di Pasqua
È Gesù che ha ordinato di annunciare il Vangelo, e quindi non possiamo tacere. Ma – se dovessimo tacere noi – «grideranno le pietre»!
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È Gesù che ha ordinato di annunciare il Vangelo, e quindi non possiamo tacere. Ma – se dovessimo tacere noi – «grideranno le pietre»!
Il luogo più importante del ministero di Gesù è “altrove”: non fermo in casa ad aspettare, ma sulle strade del mondo, sempre in cerca dell’uomo.
A Dio non piace stare “chiuso in casa”, fermo immobile in un luogo sacro. Egli vuole camminare con noi e condividere in tutto e per tutto il nostro peregrinare.
Gesù ci invita a cogliere ogni occasione per una catechesi, un annuncio schietto di cosa voglia dire vivere da cristiani nel mondo, e ci insegna come farlo.
Scappare lontano dal Signore ci colloca lontano dai fratelli e viceversa. Abbiamo molto da imparare dalla parabola di Giona e da quella del Buon Samaritano.
Pare che per essere missionari servano dei superpoteri, ma l’unico vero potere da acquisire è sentire nell’intimo la stessa compassione di Cristo per l’umanità.
La missione dello Spirito Santo è operare senza posa la santificazione della Chiesa. Egli, per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, santifica il popolo di Dio, lo guida e lo adorna di virtù.
Nessuno hai il diritto di dire «Dio è con noi». Il Signore è con noi solo se noi Lo accogliamo e vogliamo stare con Lui, dalla Sua parte, sulla Sua strada.
Perché «ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani»? Oggi meritiamo ancora quel nome? Ce ne sono ancora le condizioni necessarie?
Con la Chiesa di oggi Gesù deve proprio cacciare fuori le Sue pecore (e anche i Suoi pastori), perché non hanno un granché voglia di uscire in missione.