Egli è vicino. 33ª Domenica del Tempo Ordinario (B)
Il Signore ci è vicino proprio in quei frangenti in cui Lo sentiamo più lontano o assente: le prove della nostra vita, il momento della nostra morte.
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Il Signore ci è vicino proprio in quei frangenti in cui Lo sentiamo più lontano o assente: le prove della nostra vita, il momento della nostra morte.
Visitando i sepolcri dei nostri cari, domandiamoci: cosa ci è rimasto di loro? L’Amore gratuito: è questo che rimarrà alla fine della vita, anche la nostra.
Le ossa aride sono il simbolo di una speranza ormai sepolta, ma se ascoltiamo la Parola del Signore possiamo risorgere, dentro e fuori di noi.
Se Cristo è la primizia dei morti che sono risorti, Maria viene subito dopo. E dopo di lei siamo invitati a credere di essere chiamati pure noi!
Portare nel proprio corpo la morte di Gesù non significa fare le vittime, ma vivere in tutto e per tutto come Cristo, fino al dono totale di sé.
Questa espressione paolina potente è il condensato della vita della Maddalena e di tanti altri Santi… è l’Amore del Cristo che possiede anche noi?
Il papà della bambina e l’emorroissa non sapevano se Gesù li avrebbe esauditi, ma si fidarono ciecamente di Lui. Questa è la fede da imparare.
Dio ci chiede “solo” di avere fede. E vi pare poco?! Avere fede è andare oltre ogni evidente certezza, oltre il dolore, oltre la morte. Come è possibile?
Vedere Dio, conoscerlo, è ancora il desiderio ardente dell’uomo d’oggi? E i discepoli del Risorto sono ancora capaci di farlo intravedere?
Quante volte, anche nella Scrittura, risuona il lugubre grido: «Uccidiamolo!». Ma Dio sa trarre il bene perfino da questa cattiveria e violenza.