Zaccaria che entra stancamente nel tempio ad offrire l’incenso è lo stereotipo di tutte le nostre liturgie divenute ormai sterili. Dobbiamo rinascere dentro!
Il silenzio di Giuseppe non è solo tacere con la bocca; è prima di tutto condizione del cuore. È lo spazio dove la Parola di Dio può trovare casa e accoglienza.
Come si è districato tra le 42 generazioni da Abramo in poi, credo che Nostro Signore non abbia problemi a “sbucare” nemmeno in mezzo alla “Generazione Covid”.
Zaccaria è ricolmo di Spirito Santo, come Elisabetta sua moglie, come Maria. Ora anche lui può “concepire” Dio nel suo cuore e donare al mondo la Sua luce.
I cuori di Maria ed Elisabetta sono due vele spiegate al vento dello Spirito: ciò che Dio ha fatto in loro non può rimanere nascosto e diventa subito annuncio.
Dopo il tentativo semi-fallito con Zaccaria, Dio non si arrende: va dalla ragazzina di Nazareth, e stavolta va a segno. Verrebbe da dire: «buona la seconda!»
Da muto per la sua incredulità, Zaccaria è invitato a passare al silenzio dell’ascolto, per imparare nuovamente a contemplare con fede la potenza di Dio.
Zero parole: Giuseppe è un uomo obbediente. Davanti a lui il Signore può smettere di “fare lo slalom” tra le obiezioni umane: lui è una porta spalancata a Dio.
Sono don Pietro Carrara, un sacerdote della Diocesi di Bergamo.
Non sono un teologo né un biblista, ma un semplice prete in ministero: mi nutro ogni giorno della Parola di Dio e cerco di “spezzettarla” per le pecorelle affidatemi.
Se ciò che trovate sul mio blog può esservi utile ne sono felice: ringraziamo insieme il Signore.