Convertirà il cuore dei padri verso i figli
È il cuore che deve cambiare, che deve convertirsi «prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore», perché è nel cuore che vuole nascere il Signore.
Omelie e riflessioni sulle letture della Novena di Natale
È il cuore che deve cambiare, che deve convertirsi «prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore», perché è nel cuore che vuole nascere il Signore.
Siamo chiamati a ringraziare il Signore per tutto quello che fa nella nostra vita, non solo riconoscendolo a parole, ma restituendoci a Lui come dono totale.
Una visita è attesa quando si aspetta qualcuno di amato, di desiderato… E noi, giunti ormai alla fine di questo Avvento, stiamo attendendo qualcuno o no?
Il parto miracoloso di Maria vergine è un segno della benevolenza di Dio per noi. Oggi l’uomo va in cerca di altri segni, più mirabolanti ma meno “impegnativi”.
L’invito a «non bere vino» (come i nazirei) è provocazione a rinunciare a qualcosa che ci fa essere come tutti gli altri, per consacrarci totalmente al Signore.
La giustizia di Dio stravolge ogni schema e umana aspettativa: non si ottiene punendo o mortificando qualcuno a vantaggio di qualcun altro, ma salvando tutti.
In un mondo di megalomani e mitomani, Maria magnifica solo il Signore: si fa piccola per lasciare spazio a Lui, nella contemplazione delle Sue opere
Zaccaria che entra stancamente nel tempio ad offrire l’incenso è lo stereotipo di tutte le nostre liturgie divenute ormai sterili. Dobbiamo rinascere dentro!
Il silenzio di Giuseppe non è solo tacere con la bocca; è prima di tutto condizione del cuore. È lo spazio dove la Parola di Dio può trovare casa e accoglienza.
Come si è districato tra le 42 generazioni da Abramo in poi, credo che Nostro Signore non abbia problemi a “sbucare” nemmeno in mezzo alla “Generazione Covid”.