Molti anticristi sono venuti
La cosa dolorosa è constatare che gli anticristi escono spesso dalle file dei “credenti”: rifiutando la Chiesa, rifiutano Cristo stesso.
Omelie, commenti e riflessioni riguardanti il tempo dell’Ottava di Natale
La cosa dolorosa è constatare che gli anticristi escono spesso dalle file dei “credenti”: rifiutando la Chiesa, rifiutano Cristo stesso.
Della profetessa Anna colpisce l’atteggiamento, descritto da Luca in due verbi: lodava Dio e parlava del bambino a quanti attendevano il Salvatore.
Davanti a una madre che piange sconsolata non possiamo rimanere tranquilli sui nostri divani: dobbiamo urlare per sfondare l’indifferenza!
La figura di san Giovanni apostolo ed evangelista ci può suggerire i giusti atteggiamenti da tenere in questo Giubileo della speranza.
Facendosi uomo in Gesù, nascendo e crescendo in una famiglia umana, Dio ci ha insegnato come essere figli, e soprattutto come essere figli di Dio.
I cieli aperti sono il segno dell’Amore di Dio che desidera attirarci a Sé e il monito a non chiuderci i noi stessi e non “inscatolare” il Signore.
Otto giorni come fosse un giorno solo: l’ottavo è il giorno senza tramonto, che sfocia nell’Eternità, la «pienezza del tempo» in cui Dio ci è venuto incontro.
Non è l’intesa di coppia, i figli ben educati e realizzati o chissà quali altri miraggi irrealizzabili a fare una famiglia, ma il lasciar fare a Dio, con fede.
Se ci diciamo cristiani non possiamo tacere! Siamo bugiardi ogni volta che, di fronte alle tragedie e alle ingiustizie del mondo, diciamo «cosa ci posso fare?».
L’evangelista (e ogni discepolo) è uno che dà testimonianza della propria esperienza del Risorto, e lo annuncia in vista della comunione e della gioia piena.