Increduli, eppure missionari
La mediazione della funzione apostolica è fondamentale per la trasmissione della fede nel Risorto, anche se esercitata da missionari… increduli.
Omelie, commenti e riflessioni riguardanti il tempo dell’Ottava di Pasqua
La mediazione della funzione apostolica è fondamentale per la trasmissione della fede nel Risorto, anche se esercitata da missionari… increduli.
Conta ancora qualcosa per noi cristiani il giorno di domenica? E, se sì, perché? Cos’è a renderlo così speciale e importante? Siamo noi o il Signore?
L’andare a pescare rappresenta la nostra fatica quotidiana, spesso infruttuosa. A questa il Signore risponde con l’Eucaristia: «venite a mangiare».
Ora tocca a noi essere i piedi di Cristo che camminano sulle strade del mondo e le Sue mani che accarezzano e guariscono l’umanità col Suo perdono.
Abbiamo bisogno anche noi di sentirci chiedere dal Signore che cosa sono i discorsi che facciamo nelle nostre assemblee e riunioni varie.
Anche a noi Gesù domanda «perché piangi? Chi cerchi?». Dobbiamo imparare a dare un nome al nostro dolore perché Cristo lo possa risanare.
Le donne diventano evangelizzatrici perché hanno nel cuore la fede nel Signore Gesù; le guardie restano fredde croniste di un fatto. Noi cosa siamo?
È Gesù che ha ordinato di annunciare il Vangelo, e quindi non possiamo tacere. Ma – se dovessimo tacere noi – «grideranno le pietre»!
La Chiesa primitiva descritta dagli Atti non è una cartolina dei bei ricordi, ma l’archetipo di ogni comunità che si voglia dire cristiana.
La Chiesa può diventare segno e sacramento di salvezza per l’umanità solo se ripone la sua fiducia nel nome di Gesù e non pone al centro se stessa.