Noi non possiamo tacere. Sabato fra l’Ottava di Pasqua
È Gesù che ha ordinato di annunciare il Vangelo, e quindi non possiamo tacere. Ma – se dovessimo tacere noi – «grideranno le pietre»!
Omelie, commenti e riflessioni riguardanti il tempo dell’Ottava di Pasqua
È Gesù che ha ordinato di annunciare il Vangelo, e quindi non possiamo tacere. Ma – se dovessimo tacere noi – «grideranno le pietre»!
La Chiesa primitiva descritta dagli Atti non è una cartolina dei bei ricordi, ma l’archetipo di ogni comunità che si voglia dire cristiana.
La Chiesa può diventare segno e sacramento di salvezza per l’umanità solo se ripone la sua fiducia nel nome di Gesù e non pone al centro se stessa.
Argento e oro ai tempi di Pietro erano sinonimo di ricchezza e potere. Di cosa deve disfarsi la Chiesa di oggi (oltre al denaro) per essere credibile?
Per accogliere la vita nuova del Risorto occorre farsi battezzare nel Suo nome, ovvero: lasciarsi immergere e seppellire nella Sua morte.
Come promesso e profetizzato da Davide, Dio non ha abbandonato negli inferi Suo Figlio. Allo stesso modo, non abbandonerà noi.
Le Scritture non sono un libro esoterico da decifrare, ma lo sguardo di fede sul mondo per intravvedere il progetto di Dio sulla vita e sulla storia.
La fede – come e molto più dell’oro – ha bisogno di essere messa alla prova in vari modi, per rafforzarsi e sostenere il cammino dei battezzati.
Gesù, non l’hanno «portato via», ma se n’è andato Lui, libero «dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere» (At 2,24).
Come si può sperare nella pace con una guerra fuori dalla porta di casa? Eppure il Risorto continua a ripeterci «Pace a voi!», e non è un augurio, ma un compito