Dormire o vegliare? 11ª Domenica del Tempo Ordinario (B)
Il frutto è maturo! Non è più tempo di dormire ora, ma «di svegliarsi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti»
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Il frutto è maturo! Non è più tempo di dormire ora, ma «di svegliarsi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti»
Stiamo attenti alla Parola di Dio, col cuore sempre in tensione verso Cristo, e viviamo intenti a svolgere il nostro compito di collaboratori del Suo Regno.
Vogliamo continuare a vivere da capre, selvatici e indipendenti, oppure diventare pecore docili e miti, che si lasciano guidare dal Signore incontro ai poveri?
Quel che ci è stato dato è molto. Quel che riusciamo a fare noi può sembrare poco. In ogni caso è nulla rispetto all’immenso patrimonio che Dio ci ha preparato.
Il tempo che siamo disposti a “sprecare” nell’attendere è proporzionale al valore che diamo alla persona che desideriamo incontrare. Chi stiamo aspettando?
È vero: «l’abito non fa il monaco», ma se cambiar d’abito vuol dire «rivestirsi di Cristo» allora cambiare abito è essenziale, e anche cambiare abitudini.
La Scrittura non racconta solo i nostri rifiuti, ma anche la tenace speranza di Dio che non si dà mai per vinto nel cercare figli a cui affidare la Sua vigna.
Dio ci chiede di cambiare, di metterci in gioco, di sporcarci le mani, invece di stare in disparte senza far nulla a giudicare gli altri.
La distanza tra il modo di fare di Dio e il nostro è immensa… Se vogliamo entrare a far parte del Suo progetto, occorre che ci diamo da fare per colmarla.
Non conta tanto sapere come sia fatto il regno dei cieli, ma saper discernere tra cosa abbandonare e cosa scegliere per conquistarlo.