Schiavi del consenso. 12ª Domenica del Tempo Ordinario (A)
La più grande paura dell’uomo è di non essere considerato, di non avere il consenso e l’approvazione degli altri, ma il credente deve cercare solo il consenso di Dio
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La più grande paura dell’uomo è di non essere considerato, di non avere il consenso e l’approvazione degli altri, ma il credente deve cercare solo il consenso di Dio
Il buio che c’è nella nostra vita spesso dipende da noi, perché ci chiudiamo alla luce e volgiamo lo sguardo solo sul male. Lasciamoci illuminare da Cristo!
All’appello di Dio Maria risponde subito «Eccomi»: non si nasconde come Adamo ed Eva, non ha paura di Dio e della propria umiltà, ma si affida totalmente a Lui.
Non facciamoci ingannare! Anche in un mondo così segnato da dolorosi sconvolgimenti c’è la possibilità di vivere da buoni cristiani e onesti cittadini.
«Non abbiate paura» è l’invito che tante volte san Giovanni Paolo II ha rivolto alla Chiesa (soprattutto ai giovani), fin dall’inizio del suo pontificato.
Esser pronti come ci chiede il Signore non è avere paura che torni di soppiatto per coglierci in fallo, ma non vedere l’ora che arrivi per fare festa con noi!
Nonostante le nostre infedeltà, il Signore ci invita a non aver paura di metterci a Sua disposizione, dicendo ogni giorno il nostro «Eccomi!»
Quando c’è di mezzo la libertà dell’uomo salta ogni rapporto di causa-effetto, e la fede non è così scontata. L’unico che rimane sempre fedele è Dio.
Non si può capire Dio nel Suo mistero: lo si può soltanto amare. Non c’è teologia che non sia – anzitutto e prima di tutto – poesia d’amore.
Davanti ad ogni segno, anche il più “catastrofico”, Cristo ci invita a non irrigidirci, ma ad imparare la tenerezza che fa germogliare la speranza e la fede