Perché l’ira di Dio? Santissima Trinità (A)
Quando evochiamo l’ira di Dio dipingiamo un demone, non certo il Dio Padre che ci ha fatto conoscere Gesù e che lo Spirito Santo ci fa conoscere sempre meglio.
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Quando evochiamo l’ira di Dio dipingiamo un demone, non certo il Dio Padre che ci ha fatto conoscere Gesù e che lo Spirito Santo ci fa conoscere sempre meglio.
L’effusione dello Spirito Santo è in vista del perdono dei peccati. Solo ricevendo e donando questo Amore infinito di misericordia si opera una nuova creazione.
Ancora una volta la Liturgia ci rivolge l’invito ad accogliere il tempo favorevole della riconciliazione: non rifiutiamolo. Non rendiamo vana la grazia di Dio.
Gli scrupoli tormentano la coscienza e impediscono di sperimentare appieno la misericordia di Dio e la pace. Ma ricordiamo: «Dio è più grande del nostro cuore».
Quante volte ci capita di allungare in avanti le braccia in segno di rifiuto e di dire «è un problema tuo»? Ma Dio vuole che sentiamo i fratelli come nostri.
Condanna dei propri peccati, perdono delle offese, preghiera, elemosina e umiltà: le vie della riconciliazione con Dio (dalle Omelie di san Giovanni Crisostomo)
Il confronto con Dio non regge se pretendiamo di proiettare in Lui le nostre caratteristiche, se ne facciamo un idolo. Dobbiamo invece assomigliargli nell’Amore e nella misericordia.
Nonostante le nostre infedeltà, il Signore ci invita a non aver paura di metterci a Sua disposizione, dicendo ogni giorno il nostro «Eccomi!»
Come si fa a definire “felice colpa” il peccato di Adamo, se da esso sono derivate tutte le nostre disgrazie? Perché ci ha procurato un perdono ben più grande!
La misericordia di Dio è una cosa nuova, forse troppo nuova per noi, tanto da non riuscire a capirla e accoglierla… ma è l’unica che può spalancarci il futuro