Pregare poco (o non pregare affatto) è peccato?
È davvero un peccato non pregare o pregare poco, in tutti i sensi! Chi non prega non sa cosa si perde e quanto male si fa: non pregare è un lento suicidio!
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È davvero un peccato non pregare o pregare poco, in tutti i sensi! Chi non prega non sa cosa si perde e quanto male si fa: non pregare è un lento suicidio!
Occorrono tempi fissi nella preghiera, per non lasciar intiepidire il cuore. E pregare a lungo, ma non con tante parole (dalla Lettera a Proba di sant’Agostino)
Il Signore fa preferenze, eccome! Ma al contrario di come le fa l’uomo: se c’è da scegliere in modo parziale, Dio sta dalla parte dei poveri e degli ultimi.
Pregare a lungo e con insistenza non serve a stancare Dio, ma a rafforzare la nostra fede, perché sia sempre più salda nella Sua Parola, che non delude mai.
Se preghi per te, pregherai soltanto per il tuo interesse. Se invece i singoli pregano per tutti, tutti pregano per i singoli e il vantaggio è maggiore.
Le nostre preghiere spesso sono parole non solo sprecate, ma addirittura false, perché chiediamo a Dio cose che non vogliamo, e facciamo esattamente l’opposto.
«Ho fatto dei pensieri cattivi» è uno dei peccati che mi sento confessare più spesso; ma questa espressione è piuttosto generica e va chiarita bene.
Dieci Parole, non dieci obblighi e restrizioni: Dio non è uno che pretende prima di aiutarci, ma Colui che ci ha già amati e ci Ama, prima ancora di parlarci.
Dio ci ama, tutti! A partire proprio da quanti non credono di meritare amore da nessuno, tantomeno da Lui. È questo il Vangelo del Natale da ri-annunciare!
«Solo per oggi», conosciuto come il «Decalogo della quotidianità» del santo Papa Giovanni XXIII è un’ottima meditazione e preghiera contro l’ansia.