Ecco i miei due testimoni
Non stiamocene a contemplare l’eroismo dei martiri: tutti siamo chiamati ad essere testimoni scomodi del Vangelo, il tormento dei malvagi.
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Non stiamocene a contemplare l’eroismo dei martiri: tutti siamo chiamati ad essere testimoni scomodi del Vangelo, il tormento dei malvagi.
Il Signore ci è vicino proprio in quei frangenti in cui Lo sentiamo più lontano o assente: le prove della nostra vita, il momento della nostra morte.
Giobbe è il modello di come affrontare ogni prova e tentazione: rimanendo irremovibili nella convinzione che il Signore vuole sempre il nostro bene.
Da dove prendere tutto ciò che serve per sfamare i bisogni dell’umanità? Non ce la fa l’uomo da solo, ma nemmeno Dio vuole farlo senza di noi.
Noi cristiani dobbiamo essere testimoni e custodi della speranza, nell’attesa che si manifesti il Regno e sia glorificato Cristo e tutti lo riconoscano.
Solo Dio conosce il tempo necessario alla nostra maturazione spirituale. Non dobbiamo avere fretta, ma esercitare la perseveranza nella prova.
Dio non ci tenta, mai! Tutt’al più, permette che siamo tentati, ma sempre standoci accanto nel momento della prova e della tentazione.
Davvero saper patire e sopportare ogni sorta di prove è “perfetta letizia”? Sì, perché ci fa sperimentare l’aiuto e la vicinanza di Dio.
Dio che si è fatto uomo ci chiama farci vicini alla tristezza e alla sofferenza quotidiana dei nostri fratelli, prestandogli il nostro sguardo compassionevole.
La mormorazione è un atteggiamento che caratterizza spesso anche il nostro percorso di vita e di fede. L’invito è a trasformare la lamentela in preghiera.