Lo strumento che ho scelto per me
Ci consola sapere che, a ciascuna delle nostre obiezioni di inadeguatezza, Dio risponde «non temere, tu sei lo strumento che ho scelto per me».
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Ci consola sapere che, a ciascuna delle nostre obiezioni di inadeguatezza, Dio risponde «non temere, tu sei lo strumento che ho scelto per me».
La persecuzione violenta scoppiata contro la Chiesa ha disperso i discepoli; però lo Spirito ha fatto sì che divenissero nuovi semi del Vangelo.
Le Scritture non sono un libro esoterico da decifrare, ma lo sguardo di fede sul mondo per intravvedere il progetto di Dio sulla vita e sulla storia.
Quante volte, anche nella Scrittura, risuona il lugubre grido: «Uccidiamolo!». Ma Dio sa trarre il bene perfino da questa cattiveria e violenza.
L’uomo crede di «fare la storia», ma è Dio a prenderlo per mano e condurlo passo passo al compimento dei Suoi disegni. Certo, occorre essere docili con Lui.
L’occhio penetrante della fede sa leggere la storia intravedendo come Dio guida le vicende umane: i grandi della terra sono solo strumenti nelle Sue mani.
Sono le donne in questa pagina della Scrittura (come in tante altre) a farsi strumento docile nelle mani di Dio. Noi maschi abbiamo molto da imparare da loro.
Giuseppe non fa come se nulla fosse accaduto: aiuta i suoi fratelli a riconoscere il male compiuto, ma anche a rileggere la vicenda dal punto di vista di Dio.
Abbandonare il Signore è come cercare acqua in una cisterna screpolata durante una tremenda siccità invece di attingere alla sorgente inesauribile del Suo Amore
Se chiedi a Dio di starsene fuori dalla tua vita, cos’altro ti aspetti se non la solitudine, il non senso, lo sconforto? Ti fai del male con le tue stesse mani!