Incoerenti è meglio. 26ª Domenica del Tempo Ordinario (A)
Se essere incoerenti significa saper ammettere di aver sbagliato, saper ritornare sui propri passi, sapersi pentire… beh: è melgio essere incoerenti, no?
Contenuti che riguardano l’argomento “rapporto con Dio”
Se essere incoerenti significa saper ammettere di aver sbagliato, saper ritornare sui propri passi, sapersi pentire… beh: è melgio essere incoerenti, no?
La fede è una relazione profonda e sincera con Dio: se possiamo confessare che Gesù è il Signore, è solo perché prima Dio ci ha rivelato chi siamo noi per Lui.
Chi è umile sa di non meritare ciò che ha e considera tutto una grazia; si accontenta di chiedere le “briciole” dell’Amore di Dio e viene esaudito oltre misura.
Cerchiamo Dio nei segni miracolosi e terribili, ma Lui ci si rivela in un silenzio sottile, tendendoci la mano e invitandoci a non avere paura e fidarci di Lui.
I Dieci Comandamenti non sono imposizioni e proibizioni, ma il “manuale” che Dio ci ha consegnato con Amore perché possiamo fare buon uso della nostra libertà.
Quello che appare in questa pagina è un Dio totalmente trascendente, distaccato dall’uomo, inavvicinabile. Ma non è che a noi piace di più un Dio così?
«Io sono colui che sono» è il nome più misterioso mai pronunciato. Ma Dio ha deciso di “coronarlo” di tutte le caratteristiche necessarie a farcelo comprendere.
Mosè si chiede «chi sono io?». Scoprirà la propria identità solo entrando in relazione con Dio e conoscendolo come il Dio dei suoi padri, che sarà con lui.
Le storie dei nostri patriarchi ci invitano a leggere la nostra vita come un viaggio continuo in cui il Signore ci invita a fidarci di Lui e lasciarci guidare.
Sogni d’oro sono quelli in cui – come Giacobbe e tanti altri personaggi biblici – incontriamo (e desideriamo incontrare) Dio perché ci mostri la Sua volontà.