In disparte. 23ª Domenica del Tempo Ordinario (B)
La cultura dello scarto mette in disparte gli ultimi; il Figlio di Dio, invece, li prende in disparte per entrare in comunione profonda con loro.
Contenuti che riguardano l’argomento “rapporto con Dio”
La cultura dello scarto mette in disparte gli ultimi; il Figlio di Dio, invece, li prende in disparte per entrare in comunione profonda con loro.
Spesso i proverbi della “saggezza” popolare denotano una visione distorta di Dio: oltre al cuore dobbiamo convertire i nostri modi di dire.
Quante volte il Signore ci ha detto, in un modo o nell’altro, che la nostra testardaggine ci porterà a farci male? Anche la Scrittura ci aiuta a riflettere.
Siamo sinceri: anche noi, come gli apostoli, non abbiamo ancora fede. Invece di affidare a Dio la nostra paura, Lo accusiamo di lasciarci soli.
Per essere cristiani autentici non basta «non farsi vedere»: occorre confrontarsi in ogni cosa col Padre, che vede e aiuta a capire l’intimità del cuore.
Solo Dio può rispondere alle grandi domande di senso della nostra vita. Smettiamola di cercare risposte da cose o idoli che non ci possono salvare!
Se la Chiesa vuole essere profetica come Elia, deve essere libera da tutti, e poter dire «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto».
Cristo rimane fedele per sempre, perché è il fedele per antonomasia, la fedeltà in persona. Se anche noi ci fidiamo di Lui saremo salvi.
Tanti chiedono ogni quanto sia bene confessarsi… ma se amiamo il Signore la domanda non ha senso! Il nostro rapporto con Dio non è un contratto!
La fede non nasce dallo studio, ma da un’esperienza viva e personale di Dio, immergendosi nel Suo mistero e gustandolo dal di dentro.