Prudenti e semplici, non furbi e arroganti
Noi cristiani dobbiamo imparare ad essere «prudenti come serpenti e semplici come colombe», ma questo richiede una grande docilità allo Spirito.
Contenuti che riguardano l’argomento “Risurrezione”
Noi cristiani dobbiamo imparare ad essere «prudenti come serpenti e semplici come colombe», ma questo richiede una grande docilità allo Spirito.
Mattia non viene scelto in base a criteri umani, ma accogliendo nella preghiera l’indicazione del Signore. Così deve essere nella Chiesa, sempre.
Per accogliere la vita nuova del Risorto occorre farsi battezzare nel Suo nome, ovvero: lasciarsi immergere e seppellire nella Sua morte.
Come promesso e profetizzato da Davide, Dio non ha abbandonato negli inferi Suo Figlio. Allo stesso modo, non abbandonerà noi.
Vedere Dio, conoscerlo, è ancora il desiderio ardente dell’uomo d’oggi? E i discepoli del Risorto sono ancora capaci di farlo intravedere?
Il pensiero di dover morire è un trauma, e ci fa piangere come nel momento in cui siamo venuti al mondo. Ma ciò che ci attende oltre quella soglia è splendido.
«Se siete risorti con Cristo…». Sta tutta qui la questione: siamo cristiani di fatto o solo di nome? Siamo disposti a far morire l’uomo vecchio che è in noi?
Immaginiamo Maria in Paradiso, “tra le nuvole” assieme ad angeli e santi, ma l’unica nube in cui Maria vive e ha sempre vissuto è quella della presenza di Dio.
La domanda che Giuseppe rivolge ai fratelli dovrebbe essere il nostro esame di coscienza quotidiano, quando ci mettiamo al posto di Dio nel giudicare gli altri.
Gesù, non l’hanno «portato via», ma se n’è andato Lui, libero «dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere» (At 2,24).