Noi abbiamo il pensiero di Cristo
Come discepoli del Risorto noi abbiamo ricevuto in dono lo Spirito, ma per avere il pensiero di Cristo dobbiamo fare la volontà del Padre come Gesù.
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Come discepoli del Risorto noi abbiamo ricevuto in dono lo Spirito, ma per avere il pensiero di Cristo dobbiamo fare la volontà del Padre come Gesù.
Invece di cercare sempre segni impossibili della presenza di Dio, impariamo, come i Profeti, a percepire la Sua gloria ovunque, nel quotidiano.
La benevolenza di Dio si manifesta nel Suo non sottrarsi mai del tutto di fronte al rifiuto dell’uomo, ma farsi, invece, ulteriormente piccolo.
L’incontro di Elia col Signore sull’Oreb è un’occasione di discernimento e purificazione delle proprie convinzioni: su Dio, su di sé e sugli altri.
Noi cristiani siamo convinti di conoscere bene il Signore, di essergli intimi, ma non è così: non si finisce mai di penetrare nel mistero di Dio.
Il fatto che Caterina fosse illetterata non è un invito a non studiare, ma a cercare con tutto il cuore di farsi istruire da Dio, che si rivela ai piccoli.
La fede è una relazione profonda e sincera con Dio: se possiamo confessare che Gesù è il Signore, è solo perché prima Dio ci ha rivelato chi siamo noi per Lui.
Cerchiamo Dio nei segni miracolosi e terribili, ma Lui ci si rivela in un silenzio sottile, tendendoci la mano e invitandoci a non avere paura e fidarci di Lui.
Come tutti, siamo sempre in cerca del bello e del bene, perché ci fanno sperimentare la felicità. Ma quasi mai li cechiamo nel “posto” giusto, ovvero: in Dio.
Quello che appare in questa pagina è un Dio totalmente trascendente, distaccato dall’uomo, inavvicinabile. Ma non è che a noi piace di più un Dio così?