Fino a dare la vita
Il profeta, e anche il discepolo del Risorto, è fedele alla Parola che annuncia, ed è disposto a tutto per questa fedeltà, fino a dare la vita.
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Il profeta, e anche il discepolo del Risorto, è fedele alla Parola che annuncia, ed è disposto a tutto per questa fedeltà, fino a dare la vita.
Portare nel proprio corpo la morte di Gesù non significa fare le vittime, ma vivere in tutto e per tutto come Cristo, fino al dono totale di sé.
Nessuno di noi può rassicurare le proprie paure dicendosi «io valgo». Solo Cristo, che ha dato la Sua vita per noi, può dirci che valiamo per davvero.
Seguire Cristo (questo significa essere “cristiani”) non è professare una dottrina, fare devozioni e così “sentirsi a posto”, ma farsi carico dell’umanità.
Il senso della vita non è far parlare di sé, magari anche dopo la nostra morte, ma illuminare chi ci sta attorno, consumandoci come una candela fino alla fine.
Il vero pastore della Chiesa non dà solo la vita per le pecore, ma le tratta con amorevolezza, come fanno una madre e un padre coi loro figli.
Nelle piccole o grandi scelte della vita, impariamo da Eliseo a trasformare ciò che potrebbe essere una zavorra di nostalgia in dono e offerta di sé.
Il desiderio profondo del cuore di Dio è riunire tutti i Suoi dispersi e fare un solo gregge dietro a un unico pastore. Per questo ha dato la Sua vita!
Il rinnovamento del culto richiesto dai Profeti consiste nel fare di se stessi un sacrificio: «uno spirito contrito, un cuore affranto è sacrificio a Dio».
L’Amore di Dio per noi è tanto grande da farsi dono e sacrificio: non c’è “libro” migliore del Crocifisso per poterlo comprendere.