Fidarsi è bene… ma dipende di chi!
La Scrittura ci mette in guardia dal fidarsi troppo di se stessi, perché questo allontana da Dio e dai fratelli. La cura è la carità verso i piccoli e i poveri.
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La Scrittura ci mette in guardia dal fidarsi troppo di se stessi, perché questo allontana da Dio e dai fratelli. La cura è la carità verso i piccoli e i poveri.
Dio ci mette di fronte il bene e il male e ci fa il grande dono-compito della libertà. Tutto è racchiuso in un «se»: sta a noi scegliere.
Scegliere la vita passa necessariamente attraverso la Croce: l’accettare di lasciar morire in noi ciò che porta alla morte, a partire dal nostro “io”.
Quando non sappiamo come comportarci non dobbiamo aver paura di chiedere: piuttosto che andare “a casaccio”, domandiamo consiglio!
Quante volte Dio ci lascia fare, anche quando scegliamo strade sbagliate e facciamo il male… perché è capace di scrivere dritto sulle nostre righe storte.
Non si tratta di avere uno sguardo pessimista sul mondo e sulle cose, ma di avere un cuore libero, capace di rinunciare a tutto pur di amare Dio e i fratelli.
La gioia è un sentimento spontaneo, ma imparare a gioire si può. Ce lo insegna la Scrittura attraverso la gioia di Maria, dei Profeti e i consigli di san Paolo.
È facile dire di aver capito gli insegnamenti di Gesù. Molto più difficile è metterli in pratica. Lo è stato per i discepoli, lo è ancor di più per noi.
È vero che «con i “se” e con i “ma” la storia non si fa», ma quelli di Gesù sono fondamentali per capire il senso della storia e fare chiarezza nel nostro cuore.
Se non piove è siccità; se piove troppo è alluvione… ma invece di fare ognuno qualcosa di concreto – seppure piccolo – si perde tempo a cercare i “colpevoli”.