Davanti ad ogni segno, anche il più “catastrofico”, Cristo ci invita a non irrigidirci, ma ad imparare la tenerezza che fa germogliare la speranza e la fede.
Pretendiamo di essere liberi, indipendenti, sciolti da qualsiasi legame, ma non ci rendiamo conto che l’unico modo per esserlo è rimanere attaccati a Gesù.
Sbirciando nel cuore di Gesù possiamo contemplare la compassione di Dio per noi. Lasciamo che Lui scriva la Sua legge nel nostro cuore per imparare a consolare.
Come si è districato tra le 42 generazioni da Abramo in poi, credo che Nostro Signore non abbia problemi a “sbucare” nemmeno in mezzo alla “Generazione Covid”.
Dio vuole che anche il titolo della nostra vita sia «Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio». Che lo sia, e che il contenuto vi corrisponda, dipende da noi.
Gesù vuole farci capire che siamo dipendenti dall’Amore, che l’Amore per Dio e per il prossimo è il cardine della nostra vita: non possiamo fare a meno di Amare
È vero: «l’abito non fa il monaco», ma se cambiar d’abito vuol dire «rivestirsi di Cristo» allora cambiare abito è essenziale, e anche cambiare abitudini.
«Ecco»: Guarda la Croce, ma non con occhi scettici, che credono di capire già tutto. Occorre stare sotto la Croce con Maria, contemplandola coi suoi occhi.
Sono don Pietro Carrara, un sacerdote della Diocesi di Bergamo.
Non sono un teologo né un biblista, ma un semplice prete in ministero: mi nutro ogni giorno della Parola di Dio e cerco di “spezzettarla” per le pecorelle affidatemi.
Se ciò che trovate sul mio blog può esservi utile ne sono felice: ringraziamo insieme il Signore.