Zero titoli. 31ª Domenica del Tempo Ordinario (A)
L’autorità nella Chiesa si esprime nel servizio, non nel cercare titoli onorifici o riconoscimenti. Dobbiamo ambire solo al titolo che ci dà Dio: “figlio mio”.
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L’autorità nella Chiesa si esprime nel servizio, non nel cercare titoli onorifici o riconoscimenti. Dobbiamo ambire solo al titolo che ci dà Dio: “figlio mio”.
Paolo usa l’immagine forte della schiavitù nei confronti della giustizia: è un’iperbole per descrivere l’obbedienza totale alla legge dell’Amore di Dio.
Dare il buon esempio è un dovere imprescindibile per i pastori e coloro che nella Chiesa ricoprono un ministero, ma è fondamentale per tutti gli educatori.
Le chiavi del Regno dei Cieli sono la rinuncia a sé, l’accoglienza della Croce e la sequela di Cristo nel dono generoso della nostra vita agli altri.
Gesù è il servo sofferente: «non grida e non alza il tono», non esagera… Sia questo anche il nostro atteggiamento, entrando nei giorni santi dietro a Gesù.
Non basta sapere che Gesù è l’agnello di Dio, ma occorre farci “agnelli”, discepoli e seguaci di questo agnello, dicendo anche noi al Signore: «Ecco, io vengo».
Il Regno di Dio non è di questo mondo, perché Cristo non è venuto a salvare se stesso, ma a dare la Sua vita per la salvezza di tutti: per Dio regnare è servire.
«Non abbiate paura» è l’invito che tante volte san Giovanni Paolo II ha rivolto alla Chiesa (soprattutto ai giovani), fin dall’inizio del suo pontificato.
Capire cosa significa che siamo servi “inutili” accrescerà la nostra fede. “In-utile” è il servo che non si attende altra ricompensa se non la gioia di servire.
Siamo chiamati ad essere “servitori” della Parola di Dio, e per farlo dobbiamo anzitutto ascoltarla col cuore e obbedirle, per poi renderla viva nell’oggi