Ascoltaci, Signore!
Quando nelle preghiere dei fedeli diciamo «Ascoltaci, Signore», diventiamo la voce e la supplica di tutti i giusti perseguitati.
Contenuti che riguardano l’argomento “sofferenza”
Quando nelle preghiere dei fedeli diciamo «Ascoltaci, Signore», diventiamo la voce e la supplica di tutti i giusti perseguitati.
La Quaresima, che cominciamo con la celebrazione delle Ceneri, è un tempo adatto per la compassione, per re-imparare a piangere con chi piange.
Davvero saper patire e sopportare ogni sorta di prove è “perfetta letizia”? Sì, perché ci fa sperimentare l’aiuto e la vicinanza di Dio.
Il pianto straziante di Davide che grida «figlio mio! Fossi morto io invece di te» è la rappresentazione di quello che prova Dio per ciascuno di noi Suoi figli.
Impariamo anche noi a rifugiarci in Dio quando ci troviamo nell’amarezza a causa di tensioni, incomprensioni, e litigi: il Signore guarda alla nostra afflizione.
Sant’Agostino diceva che «chi canta prega due volte», ma io dico che chi piange davanti al Signore trafigge il Suo cuore compassionevole e lo “disarma”.
Dio che si è fatto uomo ci chiama farci vicini alla tristezza e alla sofferenza quotidiana dei nostri fratelli, prestandogli il nostro sguardo compassionevole.
Quando ci presenteremo davanti all’Onnipotente, non ci chiederà conto di quante preghiere avremo detto, ma se avremo saputo riconoscerlo nei poveri.
Non si nasce compassionevoli: è un’arte o, meglio, una virtù da imparare. La vogliamo imparare oggi dalla nostra Madre Celeste, a cura della nostra indifferenza.
Ai patimenti di Cristo non manca nulla: semmai è alla nostro cammino di fede che manca ancora tanto per portare a compimento la nostra configurazione a Cristo.