Discorso d’addio
Il discorso che Paolo fa agli anziani di Efeso è un vademecum per ogni cristiano che ha a cuore la Chiesa, specialmente per i pastori d’anime.
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Il discorso che Paolo fa agli anziani di Efeso è un vademecum per ogni cristiano che ha a cuore la Chiesa, specialmente per i pastori d’anime.
Anche ai nostri giorni si incontrano “cristiani” che dello Spirito Santo sembra non abbiano nemmeno sentito dire: più attenti ai “carismi” che alla loro Fonte.
Il Signore non forza il nostro cuore: occorre essere persone aperte (cioè attente, accoglienti, disponibili) per poter essere “apribili”. Siamo così!
Non basta il buon senso per essere buoni discepoli e apostoli coraggiosi: occorre la docilità del cuore alla voce dello Spirito del Signore che ci guida.
Si chiamano “Atti degli apostoli”, ma il protagonista è lo Spirito Santo, che può contare su una Comunità capace di ascolto e obbedienza.
A sessant’anni dal Vaticano II, fa ancora fatica a germogliare una Chiesa dove i laici siano intraprendenti, liberi di annunciare e far crescere il Regno.
Noi non sappiamo fare miracoli, ma siamo chiamati a ripetere le parole e i gesti di Gesù, per risollevare i nostri fratelli prostrati nel dolore.
La persecuzione violenta scoppiata contro la Chiesa ha disperso i discepoli; però lo Spirito ha fatto sì che divenissero nuovi semi del Vangelo.
Chi è pieno di sé non può accogliere lo Spirito Santo e gli altri doni di grazia che il Signore ci vuole fare. Svuotiamoci, come Stefano, per accoglierli.
Pietro scusa il popolo di Israele (e persino i suoi capi) perché ha «agito per ignoranza». Ma la nostra ignoranza, è ancora così incolpevole?