Ignoranza colpevole. 3ª Domenica di Pasqua (B)
Pietro scusa il popolo di Israele (e persino i suoi capi) perché ha «agito per ignoranza». Ma la nostra ignoranza, è ancora così incolpevole?
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Pietro scusa il popolo di Israele (e persino i suoi capi) perché ha «agito per ignoranza». Ma la nostra ignoranza, è ancora così incolpevole?
Quando non sappiamo come comportarci non dobbiamo aver paura di chiedere: piuttosto che andare “a casaccio”, domandiamo consiglio!
La tentazione e il peccato dell’uomo è valutare ogni cosa col metodo del “contare”, voler dare un valore economico e venale a tutto, anche a ciò che è grazia.
Solo se confidiamo nel Signore e – come Davide – ci mettiamo dietro il Suo scudo con umiltà potremo vincere ogni battaglia e anche la guerra contro il male.
Obbedire non significa fare i “soldatini” davanti ai comandi del Signore, ma ascoltare la Sua Parola e fidarci che quello che Lui ci chiede è la strada buona.
Per guarire dall’invidia c’è solo un modo: smetterla di paragonarci agli altri e prendere coscienza della nostra unicità, scoprendoci infinitamente amati da Dio.
Siamo tutti pieni di sensi di colpa, ma – di contro – abbiamo smarrito il senso del peccato. Questo è accaduto perché abbiamo eclissato Dio con il nostro “io”.
Se vogliamo seguire il Maestro dobbiamo rimanere sempre fragili vasi di creta che portano un tesoro prezioso, per poterci spezzare e diffondere il Suo profumo.
Siamo tutti strumenti nelle mani di Dio, nel bene e nel male, ma spesso ci insuperbiamo e ci mettiamo al Suo posto, come un bastone che brandisce chi lo impugna
Idolatria non è adorare statue o esaltare personaggi famosi… è dire: «quello che ho me lo sono fatto io… Io mi sono fatto da solo», che è ancora peggio.