Fino a dare la vita
Il profeta, e anche il discepolo del Risorto, è fedele alla Parola che annuncia, ed è disposto a tutto per questa fedeltà, fino a dare la vita.
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Il profeta, e anche il discepolo del Risorto, è fedele alla Parola che annuncia, ed è disposto a tutto per questa fedeltà, fino a dare la vita.
Cos’hanno in comune le pecore, le colombe e i serpenti? Sono tutti animali che non attaccano, ma fuggono. Così dev’essere il discepolo.
Il discepolo di Cristo non si vergogna e non ha paura di annunciare il Vangelo perché non si basa sulle proprie forze, ma sulla grazia del Signore.
Noi cristiani dobbiamo essere testimoni e custodi della speranza, nell’attesa che si manifesti il Regno e sia glorificato Cristo e tutti lo riconoscano.
La pazienza è resa “sensata” se è vissuta come il tempo della fedele attesa della venuta del Signore, ricco di misericordia e di compassione.
La fede non nasce dallo studio, ma da un’esperienza viva e personale di Dio, immergendosi nel Suo mistero e gustandolo dal di dentro.
Gli Atti degli Apostoli terminano con gli arresti domiciliari di Paolo, ma – come aveva detto a Timoteo – la Parola di Dio non può essere messa in catene.
Noi cristiani dobbiamo imparare ad essere «prudenti come serpenti e semplici come colombe», ma questo richiede una grande docilità allo Spirito.
Mattia non viene scelto in base a criteri umani, ma accogliendo nella preghiera l’indicazione del Signore. Così deve essere nella Chiesa, sempre.
Il cristiano non è il “Fantozzi” di turno, “lieto” di subire ingiustamente oltraggi, ma cosciente della beatitudine di assomigliare al Maestro.