Confessioni “complicate”
Le complicazioni nell’esporre i nostri peccati in confessione sono stratagemmi del diavolo per farci perdere la serenità e la speranza nella misericordia divina.
Contenuti che riguardano l’argomento “umiltà”
Le complicazioni nell’esporre i nostri peccati in confessione sono stratagemmi del diavolo per farci perdere la serenità e la speranza nella misericordia divina.
Dio chiama i semplici e gli ultimi. E se per caso avessimo di che vantarci impariamo a farlo nel Signore, prendendo la Sua Croce come unico vanto.
Superbia ed egoismo sono l’origine di ogni peccato, perché – come al re di Tiro – ci fanno dire «io sono un dio». Cerchiamo dunque l’umiltà.
Il prete è chiamato al servizio perché Cristo, il Maestro e il Signore, si è fatto servo. Se non serve la Chiesa, il prete non serve a niente!
La benevolenza di Dio si manifesta nel Suo non sottrarsi mai del tutto di fronte al rifiuto dell’uomo, ma farsi, invece, ulteriormente piccolo.
Cos’hanno in comune le pecore, le colombe e i serpenti? Sono tutti animali che non attaccano, ma fuggono. Così dev’essere il discepolo.
Dio è sempre stato (e sempre sarà) il grande “incompreso” degli uomini… Ma la più grande incomprensione riguarda la Sua misericordia.
Essere poveri e deboli non impedisce di essere profeti, anzi: permette alla potenza e alla Parola di Dio di manifestarsi ancor più chiaramente.
I frutti avvelenati dei falsi profeti odierni sono la confusione del cuore, la divisione, il settarismo, l’arroganza nei confronti della Chiesa.
L’incontro di Elia col Signore sull’Oreb è un’occasione di discernimento e purificazione delle proprie convinzioni: su Dio, su di sé e sugli altri.