Le parole e i gesti del Signore
Noi non sappiamo fare miracoli, ma siamo chiamati a ripetere le parole e i gesti di Gesù, per risollevare i nostri fratelli prostrati nel dolore.
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Noi non sappiamo fare miracoli, ma siamo chiamati a ripetere le parole e i gesti di Gesù, per risollevare i nostri fratelli prostrati nel dolore.
Il desiderio profondo del cuore di Dio è riunire tutti i Suoi dispersi e fare un solo gregge dietro a un unico pastore. Per questo ha dato la Sua vita!
L’unione è virtù divina; la divisione è opera del demonio. Se vogliamo «stare in piedi», l’unione, la solidarietà e la coesione devono essere il nostro stile.
Nell’Epifania il Signore si mostra come il Dio di tutti i popoli, non di qualcuno a esclusione di qualcun altro. È ora che la smettiamo di dire «il nostro Dio».
Davanti alle tragedie un cristiano non può essere indifferente o partigiano, dividere il mondo tra “noi” e gli “altri”, perché «siamo membra gli uni degli altri».
La città che ha in mente Dio è senza mura, perché tutte le nazioni e tutti i popoli sono chiamati a diventare Suo popolo. Abbattiamo le mura e innalziamo ponti!
Oggi dobbiamo ricostruire il tempio che è la Chiesa di persone e non aver paura di sgravarci di tante strutture (anche chiese) che non rappresentano più nulla.
L’unità dei cristiani non si basa su un accordo o un compromesso: ciò che unisce i credenti in una cosa sola è la Parola incarnata: Cristo e il Suo Vangelo.