Tra moglie e marito… mettete Cristo!

Tra moglie e marito va messo Cristo
Omelia per martedì 29 ottobre 2024

Se il proverbio dice «tra moglie e marito non mettere il dito», per spiegare l’amore sponsale Paolo sembra dire: «tra moglie e marito va messo Cristo».

Letture: Ef 5,21-33; Sal 127 (128); Lc 13,18-21

Ieri abbiamo celebrato la festa dei santi apostoli Simone e Giuda (che aveva Letture proprie), perciò abbiamo “perso per strada” uno dei brani della Lettera agli Efesini, che stiamo leggendo in maniera quasi completa.1

La puntate perse

La pagina che avremmo letto ieri se fosse stato un lunedì ordinario continua l’esortazione di Paolo a imitare Dio e Cristo nel praticare l’amore ai fratelli, fuggendo il male e le impurità perfino nei discorsi, ricordando loro:

Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce (cfr Ef 4,32 – 5,8).

Sulla contrapposizione tra tenebre e luce, tra stoltezza e saggezza, tra vita vecchia e vita nuova continua il discorso anche nei versetti 9-20 del quinto capitolo (ugualmente tralasciati dal Lezionario).

Un testo spesso frainteso

Il brano odierno è la conclusione del quinto capitolo della Lettera ed è una pagina luminosissima: una pietra miliare nell’insegnamento sul matrimonio cristiano.

È un testo scelto frequentemente dagli sposi per il libretto delle nozze, anche se spesso non è capito, anzi: viene mal digerito (soprattutto dalle future spose) perché non ne comprendono il senso (soprattutto l’esortazione «le mogli siano sottomesse ai loro mariti in tutto»).

Moglie, marito… e Cristo in mezzo

Questa pagina si può comprendere solo in rapporto a Cristo: solo se mogli e mariti guardano a Cristo possono trovare il senso profondo del loro amore sponsale.

Se il proverbio dice «tra moglie e marito non mettere il dito», qui Paolo sembra dire: «tra moglie e marito va messo Cristo»; egli si rivolge ai coniugi cristiani esortandoli a comportarsi tra loro seguendo in tutto e per tutto l’esempio dato da Cristo nel rapportarsi alla Chiesa.

Capo e corpo, Sposo e sposa

Le due immagini richiamate da Paolo per descrivere questo rapporto sono quella (già usata) del Capo in relazione al corpo e quella spiccatamente nuziale dello Sposo in relazione alla sposa.

Stare sotto per supportare

La prima immagine, quella del Capo e del corpo, aiuta a capire il senso della parola “sottomissione”: non è assolutamente un’approvazione del patriarcato, un invito alle donne ad accettare in silenzio le sopraffazioni da parte dei maschi!

Anzitutto, occorre notare che la sottomissione non è dovuta solo dalle mogli nei confronti dei mariti, ma anche viceversa; ogni cristiano deve essere sottomesso al proprio fratello, proprio come appare chiaro dall’apertura del brano:

Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri.

Questo “stare sotto” è più un gesto d’amore che non di dipendenza e schiavitù: è un “supportare”, un “sorreggere”, proprio come avviene nel corpo; è chiaro che il capo ha il compito di “dirigere” e governare tutto il corpo, ma senza quest’ultimo, il capo non andrebbe da nessuna parte.

Amare fino a dare la vita

Lo si capisce ancor di più andando avanti a lettere il testo:

E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei.

Se anche fosse richiesta un’obbedienza cieca alle mogli nei confronti dei loro mariti, questi ultimi sono chiamati ad amare in modo totale, non solo con un affetto esteriore, dando la propria vita come ha fatto Cristo!

Un mistero grande

Per quanto Paolo abbia cercato di dare la spiegazione spirituale della sua esortazione, lui stesso si rende conto che quello di cui sta parlando rimane comunque un mistero, anzi: un mistero grande.

Nel testo citato dal libro della Genesi,2 l’apostolo scopre una prefigurazione profetica dell’unione tra Cristo e la Chiesa: mistero rimasto nascosto per lungo tempo e finalmente rivelato ora attraverso il matrimonio cristiano come evento di salvezza.

Il sacramento del matrimonio fa dei coniugi cristiani dei profeti: la loro unione è un vero carisma che fermenta e il mondo; la loro testimonianza diventa simbolo e presenza reale di Cristo nella Chiesa.3

  1. In realtà, il Lezionario, tra il brano di sabato e quello del lunedì successivo, saltava comunque i versetti 17-31 del quarto capitolo, nei quali l’apostolo scongiura gli Efesini di non comportarsi più come i pagani, in balìa dei desideri carnali, e di disporsi a vivere la vita nuova in Cristo, rivestendo l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità. ↩︎
  2. Cfr Gen 2,24. ↩︎
  3. Per questo motivo il Magistero ha posto così tanta importanza sulla sacralità del matrimonio come indissolubile, tanto da arrivare ad escludere dai sacramenti i separati, divorziati, risposati e conviventi. ↩︎