Trasformare la nostalgia in libertà

Trasformare la nostalgia in libertà
Omelia per sabato 15 giugno 2024

Nelle piccole o grandi scelte della vita, impariamo da Eliseo a trasformare ciò che potrebbe essere una zavorra di nostalgia in dono e offerta di sé.

Letture: 1Re 19,19-21; Sal 15 (16); Mt 5,33-37

Il breve testo della Prima Lettura di oggi ci presenta la chiamata di Eliseo; Elia inizia così il “passaggio di consegne” che Dio gli aveva comandato sull’Oreb (cfr 1Re 19,16).

Non è la prima volta che troviamo questa pagina,1 ma è sempre bello commentarla.

Vocazione e risposta

È un testo di vocazione, di chiamata divina (anche se qui è “mediata” dalla figura di Elia), e – dunque – un paradigma della radicalità di un cambiamento di vita quando Dio «entra a gamba tesa» nella storia di un uomo: la Bibbia è piena di questi esempi, da Abramo in poi.2

La chiamata di Dio richiede una risposta pronta, senza tentennamenti, e una risposta di questo tipo impone decisioni non facili.

La fatica di tagliare

Ogni decisione – lo sappiamo – implica un taglio, una rinuncia, e per questo soffriamo, soprattutto quando dobbiamo tagliare legami affettivi.

La stessa reazione iniziale di Eliseo di fronte al gesto profetico di Elia3 lo fa intravedere chiaramente:

«Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò».

Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo sperimentato questo frangente: pensiamo alla fatica di affrontare il momento in cui i figli escono di casa e lasciano la loro famiglia d’origine per intraprendere la propria vita.

Libertà e prontezza

Perciò, quello che stupisce di questo brano è la prontezza e la libertà di Eliseo che – se leggiamo attentamente il testo – non è nemmeno tornato a casa da suoi (come aveva detto ad Elia), ma ha immediatamente rotto col passato.

La cosa che fa riflettere ancora di più è la capacità di Eliseo di non tenersi dei “cimeli”, degli “scatoloni di ricordi” (come facciamo un po’ tutti), ma di liberarsene.

Trasformare la nostalgia in dono

Eliseo, però, non butta via le sue cose e i suoi averi, ma sa trasformare i mezzi del suo lavoro e le sue ricchezze in uno strumento per compiere un chiaro gesto di consacrazione della propria vita alla nuova “avventura”:

Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elìa, entrando al suo servizio.

Sostanzialmente, Eliseo offre un sacrificio di comunione, trasformando ciò che poteva diventare una zavorra di nostalgia in un dono generoso a Dio e ai fratelli, che apre in lui una vera libertà e serenità del cuore.

Impariamo da Eliseo

Impariamo anche noi questa via nelle piccole o grandi scelte della nostra vita: invece di guardare a ciò che lasciamo come una rinuncia o una privazione, facciamolo diventare dono e offerta.

Non diciamo più «ho rinunciato alla mia vita di prima» ma «ho offerto la mia vita per qualcosa di grande».

  1. il Lezionario ce la propone come Prima Lettura della 13ª Domenica del Tempo Ordinario (C) come preparazione al brano evangelico di Luca sulle condizioni per seguire Gesù (cfr Lc 9,57-62). ↩︎
  2. Cfr Gen 12,1-6. ↩︎
  3. Il mantello che Elia getta su Eliseo rappresenta simbolicamente la personalità e i diritti del suo proprietario: Eliseo non può sottrarsi ad un gesto così forte. ↩︎