Uccidiamolo!

Uccidiamolo

Quante volte, anche nella Scrittura, risuona il lugubre grido: «Uccidiamolo!». Ma Dio sa trarre il bene perfino da questa cattiveria e violenza.

Omelia per venerdì 1° marzo 2024

Letture: Gen 37,3-4.12-13.17-28; Sal 104 (105); Mt 21,33-43.45

In Quaresima il venerdì è sempre giorno di richiamo al momento della Passione di Nostro Signore, e anche oggi i testi proposti dal Lezionario non fanno eccezione nel rimandarci a quel grande e doloroso mistero, con due pagine tragiche:

  • nella Prima Lettura la vicenda di Giuseppe, catturato e venduto dai suoi fratelli per invidia, gelosia e odio;
  • nel vangelo la parabola dei vignaioli omicidi.

Su, uccidiamolo!

In entrambi i testi, risuona, lugubre, quell’invito reciproco – quasi a mutuo incoraggiamento nel male – ad alzare la mano sull’innocente per eliminarlo:

«È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo…»


«Costui è l’erede. Su, uccidiamolo…»

Entrambe le pagine richiamano la figura di Cristo e la Sua vicenda di giusto perseguitato e annientato.

Per di più, nel racconto della Genesi, alcuni particolari richiamano da vicino la vicenda di Gesù, come il fatto che Giuda propone di vendere Giuseppe alla cifra di venti sicli d’argento (lugubre presagio di quello che farà l’Iscariota).1

Dalla croce la vita

Se ci fermassimo a quel tremendo «uccidiamolo!» e all’epilogo tragico per i due innocenti (Giuseppe e il figlio del padrone della vigna), ci sarebbe poco da raccogliere, se non la constatazione della miseria umana, nella quale possiamo rispecchiarci senza tante scuse.

Ma la Liturgia lascia già intravvedere che la Croce e la morte di Cristo non sono l’ultima parola.

Il Salmo Responsoriale riassume in pochi versetti l’esito insperato della storia di Giuseppe, che abbiamo avuto l’occasione di leggere l’estate scorsa (era il giovedì della 14ª settimana del Tempo Ordinario):

«Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio» (cfr Gen 45,7-8).

Del trasformare la cattiveria verso il Figlio di Dio in occasione di grazia dà il preannunzio Gesù stesso con la chiosa alla parabola, dialogando con gli anziani e i capi dei sacerdoti:

«La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo…
…il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

Tutto è nelle mani del Padre

La storia umana, da Abele a Giuseppe a Cristo e fino a noi, è piena di violenza, e popolata da uomini che cercano in tutti i modi di liberarsi dei loro simili per invidia, gelosia, o perché sono più buoni e – col loro comportamento – sono una condanna alla loro brama di affermazione…

Ma i progetti degli uomini non sono decisivi.

Tutto è nelle mani del Padre: Egli guida ogni cosa verso il bene, nonostante il male, anzi, servendosi perfino del male.

Questo è l’annuncio di speranza della Pasqua verso la quale stiamo camminando.

  1. Cfr Mt 26,14-15. ↩︎