Unità, nella speranza
Omelia per venerdì 25 ottobre 2024
L’unità raccomandata da Paolo è quella alla quale Dio stesso ci chiama, desiderando che partecipiamo alla comunione trinitaria.
Letture: Ef 4,1-6; Sal 23 (24); Lc 12,54-59
Oggi entriamo nella parte parenetica della Lettera agli Efesini: Paolo esorta i fedeli della Chiesa di Efeso a vivere in modo conforme alla vocazione che hanno ricevuto.
Unità interiore ed esteriore
Gli atteggiamenti raccomandati non sono affatto semplici da mettere in pratica: umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportazione vicendevole e amorevole…
Il minino comune multiplo di tutti gli atteggiamenti raccomandati dall’apostolo, e che ci deve stare a cuore, è un’unità interiore ed esteriore: una pace che invade l’intimo e trabocca all’esterno, in atteggiamenti amorevoli verso i nostri fratelli.
Quanto è difficile!
Umanamente, però, facciamo tutti esperienza di quanto basti poco a farci perdere le staffe, a farci detestare e non sopportare più i nostri simili, a trovare un motivo anche stupido per dividerci e contrapporci.
È chiaro, allora, che questa unità non è “farina del nostro sacco”, ma dono di Dio: l’unità dello spirito è un dono che viene dall’alto per mezzo del vincolo della pace, e che noi siamo chiamati “solo” a conservare.
Dono della Trinità
E anche per conservare questo dono non possiamo far leva sulle nostre forze, ma su quell’unica speranza alla quale siamo stati chiamati: quella della vostra vocazione.
Parlando di speranza, Paolo ci fa guardare dritto in Cielo, là dove Dio ci ha chiamati ad essere una cosa sola con Lui, che è un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti, un solo Signore.
È solo entrando in questa unità – che è la vita stessa della Trinità – che potremo realizzare la vita della comunità cristiana come un solo corpo e un solo spirito, una sola fede, un solo battesimo.
Lasciamoci attrarre!
Siamo chiamati a lasciarci attrarre da questa forza centripeta che è l’Amore stesso di Dio, che desidera che siamo una cosa sola con Lui, come ci ha manifestato Gesù nella Sua grande preghiera sacerdotale:
«Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità» (cfr Gv 17,23).