Uno alla volta, per carità!

Omelia per lunedì 7 luglio 2025
Anche noi, davanti alle richieste esose dei nostri fratelli, avremmo il diritto di protestare «uno alla volta!», ma la carità ci chiama a donarci totalmente.
Letture: Gen 28,10-22; Sal 90 (91); Mt 9,18-26
Due anni fa ho commentato la Prima Lettura;1 sul brano di vangelo, invece, ho fatto una riflessione l’anno scorso, mettendo a confronto i racconti di Marco e di Matteo per individuarne differenze e ricchezze.2
Visto da fuori…
Rimanendo sulla pagina evangelica, oggi voglio cogliere un’altra suggestione da «osservatore esterno» della scena.
Avete tutti presente la famosissima aria Largo al factotum del Barbiere di Siviglia di Rossini, no? È da quella che ho scelto di ricavare il titolo di questa breve riflessione.
Ma tutti adesso?
Il perché della mia scelta è dato dal fatto che la situazione nella quale si viene a trovare Gesù sembra proprio quella di Figaro:
Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono,
donne, ragazzi, vecchi, fanciulle…Ahimè, che furia!
Uno alla volta, per carità!
Uno alla volta, uno alla volta, uno alla volta, per carità!
Matteo, infatti, annota che mentre Gesù parlava,3 giunse uno dei capi, a supplicarlo di andare a casa sua a risuscitare la figlia e che, mentre lo stava seguendo coi suoi discepoli per andare da lui, una donna… gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello…
Neanche il tempo di respirare!
La dinamica va avanti alla stessa maniera: nei versetti successivi (che il Lezionario non ci farà leggere), infatti, Matteo annota che
mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!» (cfr Mt 9,27).
E poi, domani leggeremo che, appena congedati i due ciechi, gli presentarono un muto indemoniato (cfr Mt 9,32).
Tutti lo cercano, tutti lo vogliono, tutti hanno bisogno di Lui… subito, adesso!
Che oppressione!
Può darsi che molto di questa frenesia sia frutto del lavoro redazionale di Matteo, che ha messo assieme quasi tutti i miracoli di Gesù in due capitoli, ma gli evangelisti attestano più volte l’atteggiamento opprimente della gente:
le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via (cfr Lc 4,42).
Spesso Gesù cercava di ritirarsi in disparte, in luoghi deserti, ma le folle lo venivano a sapere e lo seguivano ovunque,4 non lasciandogli nemmeno il tempo di mangiare,5 saltandogli addosso e schiacciandolo, letteralmente!6
Che pazienza!
Mi fa tenerezza e mi provoca molto questa disponibilità di Gesù oltre ogni limite umano, perché a me spesso capita di indispettirmi per il fatto che, proprio mentre sono al telefono con un ammalato, mi suona un poveraccio alla porta per chiedere l’elemosina, e nel frattempo sento suonare l’ultima campana che mi avvisa che devo correre a celebrare la Messa!
Quante volte, soprattutto qui in Santuario, tra chi reclama la mia presenza in confessionale e chi vuole una benedizione, mi è capitato di esclamare, come Figaro:
«uno alla volta, per carità!»
Per carità, appunto
Mi dico che avrei tutto il diritto di reclamare «uno alla volta!», che non ho il dono della bilocazione (fortunatamente); poi, però, mi ricordo che nemmeno Gesù ce l’aveva, e che anche Lui, in quei frangenti, era sottoposto alle leggi umane della fatica, della stanchezza…
Cosa lo aiutava, allora, ad arrivare dappertutto?
La carità, per l’appunto! Non quella che Figaro invocava dalla gente come segno di comprensione, ma quella che sgorgava dal Suo cuore come infinito Amore di Dio che si fa totalmente dono, fino all’ultima goccia di vita!
Ecco il senso dell’Inno di san Paolo:
La carità… tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (cfr 1Cor 13,7).
Che sia questa stessa carità a sostenere il nostro operare da discepoli del Cristo.
- Cfr Sogni d’oro e stelline d’argento, Omelia per lunedì 10 luglio 2023. ⤴
- Cfr Non sapevano, ma si sono fidati, Omelia per lunedì 8 luglio 2024. ⤴
- Il discorso a cui si fa riferimento è quello che abbiamo meditato sabato, sul digiuno e sulla novità del Vangelo. ⤴
- Cfr Mt 14,13. ⤴
- Cfr Mc 6,31. ⤴
- Cfr Mc 3,9 e Lc 8,45. ⤴