Venite a me
Omelia per giovedì 18 luglio 2024
Il Signore ci dice «venite a me», perché ci vuole consolare e rinfrancare, e si offre di portare i pesi assieme a noi, come nostro “coniuge”.
Letture: Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101 (102); Mt 11,28-30
Rimando ancora una volta alla riflessione di due anni fa per un commento allo stupendo brano di Isaia che ascoltiamo nella Prima Lettura.1
Venite a rifugiarvi
I tre versetti del brano evangelico odierno sono la conclusione del capitolo 11 di Matteo e la continuazione della preghiera di lode a Dio ascoltata ieri.
A quei piccoli a cui il Padre ha deciso di rivelare i Suoi misteri, Gesù offre anche la Sua consolazione, perché sa bene che essere e rimanere piccoli in questo mondo sottopone spesso a un peso e un’oppressione incredibile da parte dei prepotenti:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro».
Solo Lui ci può consolare
Gesù ci dice di andare a Lui perché solo Lui ci può dare consolazione: solo Lui, infatti, si è fatto piccolo al massimo livello,2 prendendo su di sé i pesi di tutte le nostre sofferenze3 e di tutte le ingiustizie del mondo.4
Fissiamo bene nel cuore questo invito di Gesù, e facciamo che possa risuonare come parola di intimo conforto ogni volta che facciamo l’esperienza dell’oppressione e della stanchezza spirituale che derivano dalle ingiustizie che subiamo.
Proposta di matrimonio
Se avete letto il titoletto qui sopra (perché magari qualcuno non li legge), vi chiederete cosa c’entri il matrimonio coi testi che la Liturgia della Parola ci propone oggi… In realtà è proprio Gesù che ci invita a sposarlo (!), nel versetto successivo, quando dice:
«Prendete il mio giogo sopra di voi».
La parola “coniuge”, infatti, deriva dal latino cum e jugum, ovvero: «colui che porta con me lo stesso giogo».
Quindi Gesù non ci sta caricando di un peso ulteriore a quello che già abbiamo sulle spalle, ma si sta offrendo di portare il nostro peso assieme a noi.
Coniugi di Gesù
A tal proposito, mi viene in mente una bellissima illustrazione di Sieger Köder dove appare in modo plastico e vivido che non è il Cireneo da solo a sostituire Gesù (come sembrano dire i vangeli), ma vi è un portare assieme, ben bilanciato e condiviso, che diventa un abbraccio solidale.
Anzi: si vede bene che Gesù è il più basso; perciò, la maggior parte del peso della croce ricade proprio su di Lui!
Lasciamoci “sposare” da Gesù, diventiamo Suoi “coniugi”, e ogni peso ci sembrerà davvero più leggero:
«Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
- Gioia e dolore del parto, omelia per giovedì 14 luglio 2022. ↩︎
- Cfr Fil 2,5-8. ↩︎
- Cfr Mt 8, 16-17. ↩︎
- Cfr 1Cor 15,3 e Eb 2,17-18. ↩︎