Vogliamo vedere Gesù. 5ª Domenica di Quaresima (B)

Vogliamo vedere Gesù

Vedere Dio, conoscerlo, è ancora il desiderio ardente dell’uomo d’oggi? E i discepoli del Risorto sono ancora capaci di farlo intravedere?

Omelia per domenica 17 marzo 2024

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Letture: Ger 31,31-34; Sal 50 (51); Eb 5,7-9; Gv 12,20-33

Il brano di vangelo di questa domenica si apre con la domanda più profonda del cuore dell’uomo: «Vogliamo vedere Dio!»

Vedere il volto di Dio e poterlo contemplare è un desiderio assillante espresso in tutta la Sacra Scrittura,1 fin da quella richiesta supplichevole di Mosè nel libro dell’Esodo:

«Mostrami la tua gloria!» (cfr Es 33,11-23)

Curiosità o fede?

Con tutta probabilità, gli ebrei provenienti dalla Grecia che si rivolsero a Filippo domandando di poter vedere Gesù, non avevano questa intenzione, ma solamente quella di poter conoscere personalmente quel Rabbi di Galilea di cui tutti parlavano, ormai anche fuori dai confini della Terra d’Israele.

Ma per noi discepoli del Risorto, per noi che sappiamo (o dovremmo sapere) che Gesù non è solo un affascinante oratore o guaritore, ma il Verbo di Dio, il «Dio che salva», le cose stanno diversamente.

Vedere per credere

Nel vangelo di Giovanni, come si deduce fin dal Prologo, il verbo “vedere” è sempre legato alla fede, al conoscere Dio, cosa che è possibile solo perché Lui si rivela e manifesta.2

Vedere, inteso come esperienza di fede, è un cammino progressivo, come quello percorso del cieco nato,3 che si compirà solamente sotto la croce:

…uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate (cfr Gv 19,33-36).

Chi viene più da noi?

Tornando alla domanda dei Greci, mi chiedo: l’uomo di oggi ha ancora questo desiderio ardente di vedere, di conoscere Dio?

Le ricerche sociologiche ci dicono che è in costante aumento la ricerca del “sacro”, inteso come la dimensione più spirituale e profonda dell’uomo, ma che – parimenti – questa ricerca si rivolge sempre meno alle “religioni tradizionali”.

Perché le chiese si svuotano? Perché sempre meno persone abbracciano la fede cristiana? Perché abbiamo perso totalmente di appeal, e – ahimè – non è una questione estetica, di liturgie più o meno curate, di proposte pastorali più o meno appetibili, ma di credibilità.

Gesù – a Filippo che gli chiedeva «mostraci il Padre» – rispose «Chi ha visto me, ha visto il Padre»4… Ma oggi, sinceramente, chi può dire – vedendo un cristiano – di vedere Cristo?

È questo il dramma: dalla vita dei cristiani non traspare più il volto di Cristo perché nemmeno i cosiddetti credenti sanno più riconoscere Cristo presente nell’uomo!5

Vedere l’invisibile

Anzi: forse è proprio perché noi cristiani di oggi siamo così concentrati sull’apparire, sull’esteriorità che facciamo scappare tutti!

La via scelta da Gesù per far vedere il vero volto del Padre, per mostrare la Sua gloria, è esattamente il contrario di quello che l’uomo si aspettava e chiedeva: sul Calvario quelli che passavano, i capi dei sacerdoti e gli scribi gli chiedevano di scendere dalla croce per vedere e credere,6 ma Egli – invece di segni eclatanti e miracoli – ha scelto il nascondimento e il dono totale di sé.

Con l’immagine del seme nascosto nelle profondità della terra, Gesù ci parla di fecondità, di senso della vita: per portare frutto bisogna morire, sacrificare se stessi.

Di fatto, il centurione, immagine di tutti i pagani e lontani da Dio, proprio vedendo Gesù morire in quel modo esclamò «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!»:7 in quel gesto di Amore generoso e infinito ha visto l’invisibile.

Nascosti con Cristo

Se vogliamo che l’uomo di oggi venga ancora a chiederci di vedere Dio, di poterlo incontrare e conoscere, dobbiamo anzitutto conoscerlo noi, percorrendo la stessa via percorsa da Gesù: il dono generoso della nostra vita a favore dei fratelli.

È questo l’intento degli ultimi passi del nostro cammino di Quaresima; siamo chiamati a scendere sotto terra come il seme, con Cristo, come l’apostolo Paolo esortava i Colossesi:

Voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria (cfr Col 3,3-4).

  1. Cfr Sal 13,2; Sal 17,15; Sal 24,6; Sal 27,8-9; Sal 30,8; Sal 31,17; Sal 44,25; Sal 80,4.8.20; Sal 88,15; Sal 102,3; Sal 119,135; Sal 143,7; Is 64,6 Dn 3,41; Dn 9,17. ↩︎
  2. «…il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi; / e noi abbiamo contemplato la sua gloria… / Dio, nessuno lo ha mai visto: / il Figlio unigenito, che è Dio / ed è nel seno del Padre, / è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,14.18). ↩︎
  3. Cfr Gv 9,1-41 e la riflessione che ho proposto quattro anni fa: Ero cieco e ora ci vedo. ↩︎
  4. Cfr Gv 14,8-11. ↩︎
  5. Cfr Mt 25,40. ↩︎
  6. Cfr Mc 15,29-32. ↩︎
  7. Cfr Mc 15,39. ↩︎